@ Il Capitano
Io c’ero. E l’ho visto, il rinoceronte.
Eppure quanto è difficile credere. Oh si, difficile è credere all’intimo turbamento e ancor più ammetterlo. Difficile credere all’innata sensibilità, sottile arte dell’anima che piano si mostra. Difficile credere alla forsennata ricerca di una identità perduta, lasciata solo per un attimo ad asciugare al sole le pene dell’ultima sconfitta e persa scioccamente nell’enfasi ammaliatrice e bugiarda di una bislacca rivisitazione della realtà che si consacra e capovolge ad ogni passo negli equilibri instabili dell’esserne parte.
Eppure quanto è difficile credere. Oh si, difficile è credere all’intimo turbamento e ancor più ammetterlo. Difficile credere all’innata sensibilità, sottile arte dell’anima che piano si mostra. Difficile credere alla forsennata ricerca di una identità perduta, lasciata solo per un attimo ad asciugare al sole le pene dell’ultima sconfitta e persa scioccamente nell’enfasi ammaliatrice e bugiarda di una bislacca rivisitazione della realtà che si consacra e capovolge ad ogni passo negli equilibri instabili dell’esserne parte.
Sai, come dire: "Non capisci? Stiamo parlando di rivoluzione!" E di fronte ad una tale e inconfutabile verità, nella sua manifestazione più eclatante, che si frantuma, trasforma, trasfigura, raffigura e riconosce nell’uomo bestia, non si può che comprendere ed assecondare nel pindarico volo, l’intensa, ma quanto mai ri-educativa opera artistica, di un uomo “contro”. Sconvolgente, coinvolgente, intrigante nella sua persuasiva assurdità, la lucida visione di una decadente società vittima e carnefice dei propri mali. Soffocante, come un pugno allo stomaco. Schiacciata come il respiro negli ingorghi di cosi tante solitudini che si sfiorano senza mai toccarsi. I pensieri aggrovigliati, ora frivoli ora cupi, sparsi, mai raccolti nelle mani e infine gettati impunemente in pasto alle coscienze svuotate della ragione. Non un senso al senso stesso di ogni vita, ed allora solo ciò che non ha senso può forse restituire dignità al senso stesso d’esser uomo. In un mondo di uomini. Perché non c’è e non c’è mai stata una sola conquista nella febbrile rincorsa delle apparenze, non c’è e mai ci sarà progresso nelle scelte uniformi e condizionate.
Sai come dire: No! Io no! Io non vi seguo più, voi e le vostre regole malsane. Il recinto delle idee sfiorite attende la mandria. Andate io resto qui.
Accompagnato da una magica atmosfera, qualche attimo di sano umorismo e da un senso di autentica partecipazione, ho assistito il 30 aprile 2009, presso l’Istituto Scuola Romana Rorshach, al primo workshop sulle opere e la vita del grande drammaturgo rumeno Eugène Ionesco, sponsorizzato dal Creative Drama & In-Out Theatre, che ha avuto dunque il suo battesimo “lavorativo” anticipando ed “iniziando” il viaggio dramaterapico, alla scoperta e riscoperta bellezza, del capolavoro teatrale “ Il rinoceronte”. Diretto dalla mano sapiente del direttore Ermanno Gioacchini, e dai preziosi interventi di Plinio Perilli e Nina Maroccolo, l’incontro si è rivelato un’esperienza viva, vissuta, di profondo impatto emotivo, suggestiva e consapevole. Una di quelle che segna il cammino, ancorché sconosciuto, verso l’eletta rielaborazione e rilettura delle proprie e universali forze. Da sempre governo e leggi della storia. Della vita stessa, nella sua più ampia e nobile concezione/percezione.
Io. In questa storia, la voce fuori campo. E l’entusiasmo di un bambino.
Buona fortuna compagni d’avventura. Il nostro prossimo viaggio è appena cominciato. E’ difficile credere.. ma non impossibile!
Sai come dire: No! Io no! Io non vi seguo più, voi e le vostre regole malsane. Il recinto delle idee sfiorite attende la mandria. Andate io resto qui.
Accompagnato da una magica atmosfera, qualche attimo di sano umorismo e da un senso di autentica partecipazione, ho assistito il 30 aprile 2009, presso l’Istituto Scuola Romana Rorshach, al primo workshop sulle opere e la vita del grande drammaturgo rumeno Eugène Ionesco, sponsorizzato dal Creative Drama & In-Out Theatre, che ha avuto dunque il suo battesimo “lavorativo” anticipando ed “iniziando” il viaggio dramaterapico, alla scoperta e riscoperta bellezza, del capolavoro teatrale “ Il rinoceronte”. Diretto dalla mano sapiente del direttore Ermanno Gioacchini, e dai preziosi interventi di Plinio Perilli e Nina Maroccolo, l’incontro si è rivelato un’esperienza viva, vissuta, di profondo impatto emotivo, suggestiva e consapevole. Una di quelle che segna il cammino, ancorché sconosciuto, verso l’eletta rielaborazione e rilettura delle proprie e universali forze. Da sempre governo e leggi della storia. Della vita stessa, nella sua più ampia e nobile concezione/percezione.
Io. In questa storia, la voce fuori campo. E l’entusiasmo di un bambino.
Buona fortuna compagni d’avventura. Il nostro prossimo viaggio è appena cominciato. E’ difficile credere.. ma non impossibile!
Foto: "Dramatherapy Workshop Rhinoceros" Aprile 2009, by E. Gioacchini
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