@ Andrea
su "Drammaterapia. il Gesto dell'Attore"
Vivere il mondo materiale, di cui il nostro corpo e noi stessi facciamo parte. Relazionarci con esso, farlo entrare in noi, se lo vogliamo, e noi espanderci in esso. Abitare il nostro corpo, essere noi stessi anche in questa ulteriore modalità che ci è stata data, il nostro corpo e il mondo fisico. Sentire l’aria intorno alla nostra pelle e che entra dentro di noi dal nostro naso anche se non respiriamo, a voler quasi significare che c’è una relazione, o forse una identità, tra il nostro corpo e il mondo che ci circonda. C’è forse bisogno della consapevolezza della situazione in cui ci siamo venuti a trovare. Siamo sì anima, ma dentro a un corpo e su un pianeta, con il desiderio a volte di toccare, a volte di essere a piedi nudi, a volte di baciare, mordere, odorare, stringere. Insomma, non c’è solo il mondo materiale, ma anche il nostro desiderio di viverlo, e di viverlo come sentiamo dentro di noi, anche guidati dalla nostra fantasia. E per questo, per liberare i gesti imprigionati, per riscoprire i gesti abituali e non, forse dobbiamo prima liberare e scoprire noi stessi dalle paure, dai pregiudizi che ci gravano ma che non sentiamo nostri e che seguiamo perché temiamo il giudizio degli altri. Che i gesti, e tutto il nostro corpo, come anche il linguaggio di cui abbiamo parlato in tanti post, siano un modo per cercare di esprimerci, entrare in relazione, condividere, sfruttandone tutte le potenzialità, comprese quelle che ci vengono dalla fantasia e dalla creatività, in modo, come ha scritto il Director, da “trasformare la fissità di una architettura immobile nell'interpretazione gestuale di un'anima alla ricerca. Se diverrete esploratori del consueto, ordinario, catalogato mondo che vi circonda, avrete scoperto voi stessi”.
Foto: "Drammaterapia., Gesto & Identità", Laboratorio di Drammaterapia, Aprile 2008
Nessun commento:
Posta un commento