@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
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Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
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"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 6 maggio 2009

Avete mai visto quegli involucri di uomo come risucchiati da dentro, prima ancora di morire, nella magrezza di una prigionia che si chiama olocausto?

Su Bérenger, tra primo e secondo atto -E. Ionesco, Il Rinoceronte
Ieri parlavo con Federico e mi diceva di questa meraviglia di un Bérenger che tra primo e secondo atto è come costretto a capovolgere ottica, camera e mano. Eh sì, perché il Bérenger del primo atto, fumoso dei vapori di un alcol recente –egli dice di nò all’amico Jean, ma vai a capire poi se vero…-, incapace di seguire la lucida follia della logica del suo amico, che schiaccia osservazioni e rapporti sulla realtà, deve fare la parte del supplente alla “ragione” dello stesso nel secondo atto, mentre lo vede “pericolosamente” trasformarsi –sic…anche lui!- in un rinoceronte. E si badi bene, lo “scandalo” di Bérenger a questo fatto è proprio la supplenza a quanto dell’amico sarebbe insorto a tale “riprovevole” trasformazione dell’umanità in bestialità! Hai ragione Federico, e credo che sia tenero il sentimento di Bérenger per Jean, o quello che di quest’ultimo, in memoria, sopravvive ancora in lui. Questo miscuglio di Bérenger e Jean approda ad un carattere improvvisamente “ridicolo” nelle sue recriminazioni alla metamofosi che lì si svolge, nello scandalo solo formale per quanto sta accadendo in tutti e nell’amico, oscillante tra il preoccupato ed il pauroso; ecco forse un tipo di paura che fa riconoscere ancora l’anima del Bérenger del primo atto. Reverenziale timore che parla ancora di sottomissione al potere del pensiero, in nome della mortificazione degli istinti. Terribile destino questo del personaggio –ancora al secondo atto-, comunque perdente nel confronto, vuoi “alcolico”, vuoi "ragionevole", con l’amico e con il senso della propria esistenza! Ma, del resto, mentre gli altri personaggi vanno incontro ad una trasformazione materiale, visibile, risibile forse, se capace di generare nell’assurdo tanta comicità, che inquieta e fa interrogare, per il povero Bérgerer la vera methamorphosis si gioca dentro, nella sua coscienza. Dicevo, il vero confronto è con la vita, rispetto alla quale tutto intorno può rischiare di perdere un’identità, perché è il sogno dell’inconscio che si sta svolgendo, assurdo nelle sue contraddittorietà; differente e lacerante per il nostro personaggio, invece, assistere “fuori” al duello tra ragione ed istinto; l’istinto individuale, ma anche quello che precipità l’individualità nell’orda del gruppo e del suo “comandante”…

Si precipita al telefono, apre la porta, chiama “Polizia, Polizia…” –ora, la strana sensazione, improvvisa, di questo ricorso simbolico all’epurazione del “diverso”, dove la ragione o la ragion di stato non si concilia con l'evento…ma andiamo avanti- e qui io lo colgo “smarrito”. Momento prezioso, in bilico, oscillante tra recente passato ed incertezza del prossimo futuro. Decido allora di regalare a Bérenger un ulteriore scena. Una cosa è immutata, si dico “immutata”, nella sua mente, l’amore per Daisy, così intriso di ragionevole sogno -quale ragione potrà vietare al cuore di battere?-, momentaneamente sospeso per il precipitare di così “furiosi” eventi. Potrebbe lo shock di quanto visto avvenire nel suo amico, la sua devozione per un sentimento ora anch’esso in pericolo, dargli coscienza nuova di sé, di un autolimite sposato e dentro al quale non è stata più ricercata altra raison d’etre, altra evoluzione? E' davvero solo spettatore? Bérenger prende un foglio dalla scrivania dell’amico Jean; anzi si siede poprio sulla sua poltroncina, di traverso –per dritto sarebbe troppo…in tutti i sensi- e si mette a scrivere. La polizia è appena venuta, il Rìnoceronte-Jean è scappato. La stanza, la casa sono vuote, così come vuoto, poco prima, era diventato il suo ufficio e la questione della "puntualità" -con il destino!. Cosa rimane? Egli pensa a Daisy e le scrive di getto, nel convulso affastellarsi di sogno e realtà…

Ho posato 'i piedi per terra'; quelli li ho visti sprofondare nella polvere della monotonia e consuetudine, dell'ordine formale delle cose. Tutto stava arrivando alle caviglie...pensa...e già le ginocchia cominciavano a temere assalti del suolo verso il cielo! Mi consolavo di mani capaci di spaziare, cercare contatti desiderati ed occhi abili ad osservare e gustare i paesaggi che conosco e che potrei conoscere ancora; ma lì, impietosa, la massa di scorie verbose, affanni, regole e giudizi linguistici, ha continuato a lievitare intorno a me. Superate le ginocchia, già prossima alle anche, ha addormentato con la prudenza la linea della 'vita', togliendole la trasversalità dei movimenti, della novità. Ho preso fiato, ti ho pensata ed i polmoni hanno incamerato più aria del necessario per fortuna, ma comunque sono rimasto quasi sepolto dai fatti, dalle scuse, dalle spiegazioni, dall'opportuno, dalla logica, dal buon senso, dalla pigrizia, timore ed osservanza. Contemporaneamente quanto sta accadendo nel 'nostro' paese. La sua trasformazione globale –prossima a toccare anche a me? A te?-, del più caro amico…ha dissolto anche la “logica”, la speranza di te Daisy, in bilico tra desiderio e timore. Non c'eri piu'. Un pensiero sgradevole, sai, quasi peggio, forse, dei sogni quando ho alzato troppo il gomito. Ti eri annidata, prima, e non avvertivo più i pigolii di vita e sbattimento di ali, le mie, le tue, dopo. Mi sono detto...'Bérenger, il momento opportuno...Bérenger! Forse sei l’ultimo, è vero indegno…, ma unico baluardo a quanto sta stravolgendo il senso delle cose, e Daisy rimane ferma dentro te'. E mi sono risposto: 'Al diavolo! Il momento opportuno non è nel furtivo trattenere e prolungare uno sguardo o soltanto in quello –quante volte l’ho evitato mia Daisy, nei tuoi occhi-; nella ridondanza di presenza e racconto dal vivo!'
E' anche nel sogno, nell'idea, nello scritto, nel desiderio non conosciuto, in uno scrigno insospettabile di primavera e sensazioni risvegliate, accidenti è anche in questo! ".

Tra prima e poi e parti proprie ed adottate, Daisy a fare appiglio. Non alla comprensione delle cose o appoggio ai fatti, ma alla vita. Non è quest’ultima che pericolosamente Ionesco ha visto spegnersi nella omologazione sotto il “comando”, nella mortificazione dell'istinto, o peggio, nell'asservimento di esso alle ragioni del "potere? Non è proprio il Sogno che qui Bérenger invoca a ridare speranza all’umanità guidata, protetta, esortata, esaltata, avvilità, imprigionata, svuotata -avete mai visto quegli involucri di uomo, come risucchiati da dentro, prima ancora di morire, nella magrezza di una prigionia che si chiama olocausto?- ed alla sua coscienza?

Sono stato meglio, Daisy, dandomi ragione, dandoti ragione, differenti, ma vere, senza fretta e con la polvere scivolata, abbondante, dalla superficie del corpo e del pensiero. Una sensazione aspra e dolce, fatta di silenzio e ciliegie di prossima stagione, che, comunque, consola gli eventi, qualunque essi siano e si stiano sviluppando”.

Foto: Rhinoceron, by Steve Boom

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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