@ Maria
“...quanta prigionia nella libertà del linguaggio
e quanta libertà nella prigione della nostra solitudine…”
Questa frase estrapolata da un commento del nostro director mi è subito piaciuta.
Non è certo la parola a renderci liberi, come siamo tentati di pensare.
Quanto tempo gettato al vento a cercare di farci capire con le parole,tutti logorroici e grafomani. Se tu mi capisci , Io esisto,ma è davvero così? E se io fossi più viva per il fatto che ci sono cose mie, esclusivamente mie che tu non comprendi.
La Parola, che potere che arma affilata... ma il silenzio,i l dialogo interiore è un viaggio che può portarti lontano, lontano e io mi lascio cullare dalla mia solitudine che, badate bene, non è fisica ma è la solitudine di chi certe cose non potrà mai farle capire.
Se ti diverti a immaginare che le nuvole del cielo siano draghi, e se pensi che da una stellina del cielo, la prima ad apparire, la più luminosa faccia capolino il sorriso di tuo padre, e se un profumo guizzante di Primavera può inebriarti più di un buon bicchiere di vino e se...e se questa libertà in questa prigione è la tua amante COME NON AMARLA?
Parole per raccontare fatti ma non emozioni.
Il Capitano mi ha raccontato un po’ del workshop del rinoceronte: come una bimba ascoltavo il suo racconto;il teatro dell’assurdo.
ASSURDO: le parole possono spiegare fatti ma non possono spiegare le emozioni, perché per le emozioni ci vogliono almeno i colori primari e un foglio oppure Mani avezze alle carezze
Piove…è assurdo uscire ora e lasciarsi accarezzare da una pioggerellina parlante, forse lei può scalfire la mia corazza e farmi sorridere.
Un gesto pazzesco per molti, anzi assurdo. ma a volte gli ombrelli riparano dal Piacere della pioggia. E poi la pioggia ha un suo profumo e non bisogna essere dotati di corna sul naso per godersi questo piccolo inaspettato piacere.
A tutta la compagnia del “Rinoceronte”, in bocca al lupo; al mio Capitano un bacio speciale.
Ai miei compagni d’atelier …vi abbraccio tutti
e quanta libertà nella prigione della nostra solitudine…”
Questa frase estrapolata da un commento del nostro director mi è subito piaciuta.
Non è certo la parola a renderci liberi, come siamo tentati di pensare.
Quanto tempo gettato al vento a cercare di farci capire con le parole,tutti logorroici e grafomani. Se tu mi capisci , Io esisto,ma è davvero così? E se io fossi più viva per il fatto che ci sono cose mie, esclusivamente mie che tu non comprendi.
La Parola, che potere che arma affilata... ma il silenzio,i l dialogo interiore è un viaggio che può portarti lontano, lontano e io mi lascio cullare dalla mia solitudine che, badate bene, non è fisica ma è la solitudine di chi certe cose non potrà mai farle capire.
Se ti diverti a immaginare che le nuvole del cielo siano draghi, e se pensi che da una stellina del cielo, la prima ad apparire, la più luminosa faccia capolino il sorriso di tuo padre, e se un profumo guizzante di Primavera può inebriarti più di un buon bicchiere di vino e se...e se questa libertà in questa prigione è la tua amante COME NON AMARLA?
Parole per raccontare fatti ma non emozioni.
Il Capitano mi ha raccontato un po’ del workshop del rinoceronte: come una bimba ascoltavo il suo racconto;il teatro dell’assurdo.
ASSURDO: le parole possono spiegare fatti ma non possono spiegare le emozioni, perché per le emozioni ci vogliono almeno i colori primari e un foglio oppure Mani avezze alle carezze
Piove…è assurdo uscire ora e lasciarsi accarezzare da una pioggerellina parlante, forse lei può scalfire la mia corazza e farmi sorridere.
Un gesto pazzesco per molti, anzi assurdo. ma a volte gli ombrelli riparano dal Piacere della pioggia. E poi la pioggia ha un suo profumo e non bisogna essere dotati di corna sul naso per godersi questo piccolo inaspettato piacere.
A tutta la compagnia del “Rinoceronte”, in bocca al lupo; al mio Capitano un bacio speciale.
Ai miei compagni d’atelier …vi abbraccio tutti
Foto: Nuvole di Drago, di A. Parente, 2009
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