@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 13 maggio 2009

Rinocerontite e Comunicabilità, Eugene Ionesco


Workshop di Drammaterapia, giovedì 14 aprile 2009 - h.20,30-
Il Creative Drama & In-Out Theatre, fondato e diretto da E. Gioacchini, sponsorizza un workshop aperto al pubblico sul teatro di Eugéne Ionesco. Due relatori ed un gruppo di attori nello spaccato del terzo tempo, scena prima de "Il Rinoceronte" di E. Ionesco.
Conducono lo psicoterapeuta E. Gioacchini, la performer N. Maroccolo, con la partecipazione di P. Perilli.
Ingresso libero, gradita prenotazione.
INFO: al 3403448785

Bérenger è sconvolto, il suo linguaggio è divenuto lo smarrimento affettivo. Osservate, persino il suo alcol è pausa al terrore, poi sospetto di avvicinamento pericoloso all'epidemia forse in corso, poi la cosa più trascurabile rispetto a quanto sta avvenendo.

BERENGER L'alcool protegge dalle epidemie. Rende immuni. Sì, per esempio, distrugge i microbi dell'influenza.
BERENGER Lei non vuol capirmi. Le ripeto che lo bevo solo perché preserva dal peggio, unicamente per questo: è tutto calcolato. Quando finirà l'epidemia non berrò più. Prima di questi avvenimenti avevo già preso la decisione di smetterla. Ora la rimando, provvisoriamente.
BERENGER (con terrore) Come? Lei davvero pensa che ci sia un rapporto? Lei crede che l'alcool prepari il terreno a...? Non sono un alcolizzato! (Va verso lo specchio, si guarda attentamente) Non avrò per caso... (Si passa la mano sulla faccia, si tocca la fronte sotto la benda) No, niente di nuovo, non mi ha fatto male... questo prova che fa bene o per lo meno che è una cosa innocua.

Ma cosa sta avvenendo? Una cittadina in "trasformazione" rinocerontesca, con tanto di cartello sopra l'uscio della abitazioni dove questa non si è conclusa. Ma dovè è il mostro, quello che più colpisce Bérenger?

DUDARD Ma caro Berenger, dobbiamo sempre cercare di capire il prossimo. E quando vogliamo capire un fenomeno e i suoi effetti, è necessario risalire alla causa, con serio impegno intellettuale. Dobbiamo sforzarci di farlo perché siamo degli esseri ragionevoli. Io non ci sono riuscito, lo ripeto, e in coscienza non so se ci riuscirò. In ogni modo, dobbiamo imporci a priori un atteggiamento favorevole o, per lo meno, l'obiettività, l'ampiezza di vedute proprie di una mente scientifica. Tutto ha una logica: comprendere vuol dire giustificare.
BERENGER (ironico) Lei diventerà presto un simpatizzante dei rinoceronti, glielo dico io.
DUDARD Ma no, ma no. Non arriverò mai a tanto. Sono soltanto uno che cerca di veder le cose come stanno, freddamente: sono un realista, io. E poi sono anche convinto chetutto ciò cheè naturale non è vizioso. Guai a colui che vede il vizio dovunque! È tipico degli inquisitori.
BERENGER E le pare che tutto questo sia naturale?
DUDARD Che c'è di più naturale di un rinoceronte?

Il linguaggio ci fa interrogare su di noi, sino a creare mostruosità che addomentano l'identità del soggetto, il suo pensiero. Afferma Ionesco: “[…] I miei personaggi sono uomini che non sanno essere solitari. Li manca il raccoglimento della mente, la contemplazione. Cosicché in alcune delle mie pièces i personaggi stanno sempre insieme e chiacchierano, e questo per aver dimenticato il significato, il valore della solitudine. E così sono soli, ma in un’altra maniera” (1)

Qui il pensiero è divenuto linguaggio, ha fatto il processo opposto, svuotandosi di ogni semantica comunicativa, diventando bisticcio sofistico, che gioca con se stesso e non descrive alcun carattere, se non nella stereotipia di personalità svuotate di anima. “I miei personaggi sono svuotati di qualsiasi psicologia, sono semplicemente dei meccanismi. E così non possono comunicare. Loro non pensano. Si sono allontanati da loro stessi, vivono in un mondo impersonale, il mondo della collettività (borghese, comunista, fascista, poco importa). I miei personaggi sono uomini che pronunciano degli slogan, ciò che li esenta di pensare”. La grave nevrosi dell'individuo stigmatizzata nello "slogan", mantra pericoloso che addormenta la riflessione e "comanda" verso l'azione, nell'evitamento di quanto di "scomodo" potrebbe risvegliare alla propria presensa ed il suo senso.

DAISY (a Berenger) Eppure ci si abitua, sa? Più nessuno fa caso ai branchi di rinoceronti che passano per le strade a gran carriera. I passanti si scansano, poi riprendono la loro passeggiata e fanno gli affari loro come se niente fosse.
DUDARD È l'unica cosa da fare.
BERENGER Ah, no! Io non mi abituerò mai!
DUDARD (riflettendo) Mi domando se non sia un'esperienza da tentare.

Lo "Slogan" non chiede di essere capito, ma può raccogliere consensi, non è nè brutto, nè bello, oramai la "civiltà della statistica", ha dimostrato che ha ragione di esistere e cooptare false coscienze al suo credo. E IOnesco indica solo l'etica, come strada libera dal setaccio stretto della logica, che può ripercorrere la semantica come processo e non già rivelazione di verità :
“L’incomunicabilità non esiste. Si parla della crisi del linguaggio. Ma questa crisi è sempre una crisi voluta, per esempio dalle propagande” (2). “Se io credessi realmente nell’incomunicabilità assoluta, non scriverei. Credo nella possibilità del comunicare, all’eccezione del caso in cui è rifiutato per mala fede, per inavvertenza, per ottusità politica o per incomprensione temporaria. Prima di tutto è importante precisare i termini. Succede pure che i sistemi di comunicazione non servano sempre la comunicazione, ma l’occultare di un pensiero. In genere, le ideologie sono degli alibi, dissimulando volutamente qualcosa di totalmente diverso da ciò che trasmettono” (3).
(1) Eugène Ionesco. Entre la vie e le rêve. Entretiens avec Claude Bonnefoy, pp. 114-115. Gallimard, Parigi 1996,
Editura Humanitas, Bucarest 1999
(2) Ibidem, p. 111.
(3) Ibidem, pp. 111-112.

Foto: Rinocerontite, di E. Gioacchini, C.D.I.O.T., 2009

Nessun commento:

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA