@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 12 maggio 2009

"ME L'ASPETTAVO, L'AVEVO PREVISTO!", il grido di Bérenger

@ Nina

da “Il Rinoceronte”, E. Ionesco, Ed. Einaudi, p.120

Premessa:

ATTENZIONE: “La “rinocerontite” è silenziosa, non comincia con una mal di gola ed un febbricola, ma certo -ci dice Ionesco- diventa febbre di potere e voce rauca e potente, ammaliatrice” (Ermanno Gioacchini).

Dal Telegrafo:
Nina: Complimenti a Spartaco e a Valentina!!! Una prece a Valentina di restare... La serata di venerdì 8 maggio è sta propedeutica in molti sensi. E ancora una volta ci mette di fronte alle nostre responsabilità. Proximo il mio post! Un abbraccio a tutti, e buon svolgimento di lavoro... Gianni ha ragione: la forza sta nelle risorse dell'individuo che si mette a disposizione del Gruppo. Forza, Creative Drama!
Nina: @ Director: “L'ineffabile attrattiva del mistero, o la sua totale indifferenza”.
Questo è il titolo, nonché il tema che posterò domani: da qui la natura dei personaggi del Rinoceronte sotto un'ottica -altra. Bonne Nuit!
Director: Wow! Epifanica “annunciazione” di un post! Annunciate di meno... e producete di più ragazzi, dentro e fuori i post! Ben venga la tua riflessione Nina.
Nina: Director: potevo stare zitta, e facevo meglio... anche perché sto andando ad un funerale in S. Agostino, a sostenere una cara amica che ha perso improvvisamente la madre. Produco, Ermanno, dentro e fuori i post: nella VITA. Buona giornata.
Director: Nina, mi dispiace per la circostanza che mi dici... Ma cerca di cogliere, situazione che mi dici a parte, l’umorismo e la provocazione di quanto di umoristico vi è nell’annunciare un post atteso ed annunciato da tre settimane, preferibile inserirlo! Suvvia... Ti sono vicino. Ermanno
Nina: Director: ... situazione a parte del tutto inattesa e dolorosa, era intenzionale, voluto, e praticamente dimostrato, uno dei tanti risvolti dell'ASSURDO che fanno parte del nostro quotidiano. Il mio ANNUNCIO era veramente una “provocazione”!
Perché far suonare le campane a lutto durante un matrimonio?
Ho sperimentato concretamente -con reazione immediata- come certo surrealismo fa davvero parte dei nostri vissuti. Io e te, siamo stati dei perfetti Bérenger e Jean dell'Anno Domini 2009.
Nina: Perdonata, Director?

Questo giocoso dialogo è rappresentativo di come i nostri reali istinti superino frequentemente il logos, la ratio. Personalmente, nudo animaleumano di sesso femminile –nudità impertinente, lo ammetto, e mi scuso con il Director– ho voluto fare un tentativo di affermazioni non-sense sperando in una reazione che non fosse un’incornata da mandarmi al Creatore. Cosa ne è uscito?! Vorrei sussurrarlo piano, perché se sono riuscita ad evitare una prima incornata, non vorrei ne sopraggiunga una ben piazzata con barriti furiosi annessi.
Parlo di PREGIUDIZIO che, in larga misura, ritroviamo nei rapporti che intercorrono tra i personaggi ioneschiani.
Nel Rinoceronte è aspra, diretta, priva d’evasive parafrasi, la sensatissima quanto odiosa denuncia dell’autore nei confronti di determinanti aspetti: pregiudizio senza fondo, appunto; razzismo; autorità e potere esplicitati in ogni forma senza precise scale gerarchiche (Bérenger: “Ma sì, certo: è il centralino delle autorità, lo riconosco!”, pag. 120); massificazione dell’Io e isteria collettiva – l’uomo è improduttivo, tantomeno ha coscienza di quanto avviene nella sua intima realtà disgraziatamente proiettata nel mondo circostante, risucchiato dalla “potenza ammaliatrice” di un Io sovrastante.
“L’Uomo senza qualità” e il Saggio senza Idee. Bivio.

L’imperativo totalitario trova la sua determinata collocazione avvalendosi di una saggezza negativa che si autoannulla per mancanza di Idealità – riuscendo comunque vincente e convincente mediante figure carismatiche.
Il carisma è l’accalappiacani dei fragili. Una situazione storica precisa che vede un popolo ridotto alla fame, senza lavoro, con l’economia del proprio paese a pezzi, è pronto a tutto pur di ribaltare il sistema e i singoli destini.
La gente disperata pretenderebbe cambiamenti, implora rivoluzioni –una qualsiasi– pur di eliminare il travaglio del presente (non è il caso del Rinoceronte).
Dunque, se qualcuno ti offre un piatto succulento, lo mangi; e mentre pasteggi, già nomini Salvatore colui che ti ha offerto da desinare.
Questa è induzione, non scelta personale.
L’assaggio di un mondo migliore porterà ai vari sonderkommando, ai GULag e Auschwitz-Birkenau, alle prigioni sotterranee cinesi sino a Guantanamo.
Il carisma, l’autorevolezza, il Saggio senza Idee è l’ineffabile mistero che studio da sempre.

Dov’è il mistero nel Rinoceronte di Ionesco?
Lo intravedo sollevare polvere e lanciare suoni gutturali spiacevoli, mentre Bérenger, con tasso alcolico fuori norma, si dissocia dal frastuono curioso del droghiere, del barista, la cameriera e gli altri pseudo-viventi. L’essere non ancora identificato gli sovviene sgradevole perché alza “polvere”; promuove “polvere”; è responsabile della “polvere” che lo vede costretto a respirare con inconsueta difficoltà.
Bérenger intreccia un immediato dissenso, la sua vena esistenziale logora s’inasprisce verso l’elemento disturbatore –e ulteriore.
Polvere… In traslato: l’entità sta montando un gran polverone negli astanti, pedantemente agitati dall’evento. Potremmo definire il quadro “Molto rumore per nulla”?
Poche battute dei personaggi, e il forestiero dissolve l’istantanea polaroid misterica, rivelandosi un pachiderma corazzato, ruvido, verde, abbondante, proveniente dal pianeta Ipotesi. Brrr… Brrr… Il rinoceronte è pericoloso se per malasorte ti ritrovi lungo il suo passaggio. Infatti ridurrà a polpetta il mitico gatto a quattro, sei, otto zampe (è consigliabile interpellare il Signor Filosofo per maggiori, edificanti dettagli): in natura, questo animale è vegetariano. Non ama la carne, figurarsi un gatto provvisto di pelo!
Il Rinoceronte è l’Orrore che privilegia come arma la COMUNICAZIONE: seduce, attrae, affascina: la Comunicazione è mediatico patto di velocità.
Timore congelato. Sentimenti assenti. Assistiamo alla clonazione di “uomini vuoti” in perissodattili servili alla polvere, al conformismo, ad un unico Io che li azzera come soggetti a carico del proprio sé.

Purtroppo erano già così.
Purtroppo, Rinoceronte o no, erano già condannati.
Indifferenti ad ogni ragione del mistero che avvolge l’umano esistere.
Indifferenti, in una parola, alla vita.

Ora, nessuno più teme. Nessuno trema. Trema Bérenger, dopo aver assistito alla metamorfosi corporea dell’amico Jean:
“Ho paura… ho paura di diventare un altro” (pag. 94).

Poi, Bérenger, invoca l’amore di Daisy.
Daisy: figura controversa, donna fragile, uniforme, senza pathos, incerta del sentimento amoroso che la legherebbe a Bérenger.
Evidente quanto non ami questo personaggio: Daisy non sa cosa vuole. Non osa scelte estreme. In lei c’è un sottile sottrarsi a tutto ciò che è femminile-femmineo; non riesce ad esprimersi amante né amica, né vera compagna del suo uomo. Predilige una vita comoda e borghese. Soprattutto, è coinvolta in sensi di colpa: di fatto, lei e Bérenger, sono gli unici ad avere ancora sembianze umane quando la mutazione rinocerontica non teme più avversari.

DAISY: “Sì, sforziamoci di non sentirci più colpevoli!” (pag. 120).
BÉRENGER: “No, tesoro, non pensarci più. Non devi avere rimorsi. Il complesso di colpa è pericoloso. Viviamo la nostra vita, siamo felici! […] Non sono cattivi, vedi? E poi non gli facciamo niente… Ci lasceranno in pace” (pag. 122-123).
DAISY: “No, non la smetteranno! Continueranno sempre!”
BÉRENGER: “Mah… sono tutti impazziti, anche il mondo è malato: sono tutti malati”.
DAISY: “Già, ma non saremo noi a guarirli”.

Passo memorabile, che trova l’apice nelle pagine seguenti, fino alla conclusione.
Tornano gli archetipi, i miti. Torneranno sempre!
Bérenger si vuole eroe per RIGENERARE un’umanità nuova. Ecco l’utopia rivoluzionaria da inseminare. Ma Daisy non ha nessuna aspirazione a ri-configurarsi come una nuova Eva:
“Non voglio avere bambini. È una seccatura,” sostiene ferma la donna.
Bérenger-Adamo non potrà salvare l’umanità.
“E chi ti dice che non siamo noi che abbiamo bisogno di essere salvati? Forse gli anormali siamo proprio noi!” insiste Daisy.
Così se ne va. Bérenger, seppur con dolore, la lascia andare.
Eroe e moderno anti-eroe, egli resta solo. L’ultimo grido è quello di un forsennato. Forse sta impazzendo anche lui, ma non abbastanza da non rendersi conto che l’ultimo umano fra rinoceronti aveva compreso tutto in quella “polvere” iniziale: fastidiosa, istintiva repulsa.
“ME L’ASPETTAVO, L’AVEVO PREVISTO!”
Dove annidare, allora, speranze adamantine? Nel brano di questa lettera che Bérenger scriverà al suo amore perduto?

Sono stato meglio, Daisy, dandomi ragione, dandoti ragione, differenti, ma vere, senza fretta e con la polvere scivolata, abbondante, dalla superficie del corpo e del pensiero. Una sensazione aspra e dolce, fatta di silenzio e ciliegie di prossima stagione, che, comunque, consola gli eventi, qualunque essi siano e sia stiano sviluppando” (Director).

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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