@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 21 maggio 2009

VOGLIO IL VOSTRO CUORE


Siamo appena all’inizio dell’avventura, e non si poteva scegliere un paesaggio migliore: una arena indivisa tra rinoceronti ed uomini. Dico indivisa, perché non si può fare un “taglio intelligente” -come quelle forbici di Photoshop fanno-, su quanto dei primi appartenga ai secondi e viceversa! Tranello biologico, culturale, dove sembra contare di più l’istinto di “territorio” che quello della specie. Ed in questo posto privilegiato, perché esplicativo, impudicamente, della nostra contraddizione, tuttavia si può ancora usare la parola “peccato”! Per carità, termine che uso lontano da ogni esegesi di stampo teologico, ma piuttosto a descrivere quella forma di insidiosa paura di accedere a verità celate. Esso ci preclude l’affacciarsi della mente al dialogo con se stessa, unica condizione dove l’ascolto, se attento, potrebbe uscire dalla autoreferenzialità.


Osservate, però, come il nostro progetto, il nostro teatro, nudo scenario di burattini abitati da noi e dal sogno, ci fornisce una singolare opportunità. Rendere, finalmente, la coerenza tra quanto potrebbe essere se solo noi fossimo. Vi pare poco? No, non è poco, è la verità più incontrovertibile, che sonda nelle possibilità di un destino che assolutamente ciechi, senza mai dircelo apertamente, crediamo inamovibile. Vi pare poco avviare quel dialogo di cui parlavo attraverso uno specchio gigante che è il “teatro”? Mi ripeto, non è poco, ma è un processo che passa per la silenziosa o urlata –poco importa- accettazione del punto in cui siamo. Il pudore è un lenzuolo prezioso che veste quello che già si conosce, poco importa se a noi o all’altro, ma può rivelarsi il più subdolo dei comportamenti, quando non viene interrogato. E perché questo “teatro” possa funzionare, mi serve il vostro cuore. Solo quello ci salva, nudi ed “impudici” dinnanzi allo spettatore, vestiti solo di quanto autenticamente abbiamo sperimentato nel tempo prima.

Voglio il vostro cuore e serve quel lungo lamento d’amore per la vita che fluttua tra eccessi e pigrizia, tra esaltazione e povertà. Francescano proclama – se il Santo me lo concede- di un essere poveri o di non saper vedere, ma “salvi” nel sapere di cercare. Non dice Grotowsky che voi compite una “messa”, che di sacro ha l’intento umano, piuttosto che la delega al divino? Lascerete entrare lo sguardo smarrito o malizioso di chi vi guarda a fare il suo mestiere di scelta, mentre siete sul palco a livello del mare o piuttosto sarà la finta “altitudine” del mestiere del recitante a proteggervi dall’incontro pericoloso con voi stessi nell’altro? Se non vedrete pericolo, se non saprete di pericolare e scegliere tuttavia di essere lì, avrete una finta “salvezza”, avrete la farsa piuttosto che il teatro, la pantomima, anziché l’autenticità. Personaggi che provengono da lontano e da vicino li farete abitare in voi: vi sembra poco questa responsabilità di anima-rvi solo apparentemente di altro? Lo sentirete questo gesto, questa parola, questo pensiero albergare in un costante bisticcio tra le infinite bisettrici di una angolo anch’esso infinito? Per questo chiedo il vostro “cuore”, perché esso è strada, non mezzo, è cammino, non luogo, è dono.

Desidero vedere la passione di quel sottile ed a tratti massiccio litigio tra voi e il personaggio, luogo d’incontro senza conciliazione -che sarebbe compromesso-, vitale per questo che si declina nella drammatica ripetizione senza sosta di un saluto al mattino, che parla di voi, piuttosto che del gesto-parola. Nessun funambolismo, nessun tentativo di sorreggersi –che già anticiperebbe la contraddizione tra fune ed intento-, ma ricerca dentro quello, di quanto può accadere e svelare.
Per questo, compagnia, voglio il vostro cuore, piccolo, grande, malandato, stordito e confuso, attento e distratto, impigrito e solerte, comunque.
E tutto, vi giuro, senza spostarlo da vostro petto. Director

Foto: "emo_heart__6_.jpg" di djrisso

1 commento:

Anonimo ha detto...

La mia voce grida aiuto
Oggi il mio eco è sceso giù nelle viscere a chiedersi che cosa c’è in me che non mi renda la libertà di vivere. Si! chiedo perché quella lotta continua, avanzando ora una e ora l’altra diabolica lotta o soltanto alienazione, chiusura. Si! ho voglia di urlare forte perché continua questa chiusura?Basta! ci sto provando. Oggi ho rivisto una bambina graziosa, con dei bei riccioli ma la cosa stupenda era il suo sorriso. Poi ho visto anche una bambina vivere nelle sue paure. Questa ragazzina soffriva spesso di forti dolori di stomaco tanto che in una circostanza fu ricoverata dove nella sua ingenuità ascoltava tutte quelle cose dette e la paura di viverle, aveva con sé sempre questo battito accelerato dove i dottori fra loro pensavano davvero strano. La diagnosi finale fu questa: la bambina ha un disturbo ( non definito) e forse al momento della sua crescita scomparirà, oppure…C’è stato un periodo dove la piccola continuava a pensare al senso di quell’”oppure”.
Penso che la piccola avesse sempre paura di tante cose: della morte, della malattia, della crescita, delle non risposte, della notte. Questa creatura oggi ha pianto tanto e chiede aiuto, aiuto! Vorrei uscire da questa gabbia che imprigiona la mia voglia di volare e abbattere tutto quello che può essere costrizione, dolore. Rompere, urlare, cambiare, abbracciare, liberare, imparare, imprecare. Rompere e stemperare la mia vita con gli altri: cosa che ultimamente non faccio. Urlare che non riesco più a dominare il mio dolore. Cambiare perché in ogni istante la nostra vita ci dimostra e ci insegna a mettere in discussione quello che siamo. Abbracciare perché sono così. Liberare me stessa dalle molteplici fobie. Imparare perché nella vita si ha la fortuna di avere maestri straordinari da cui prendere e dare.

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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