@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

domenica 22 giugno 2008

La Devozione di Maša

@ da Indaco
Caro Director,
veramente interessante questo post che allarga la piaga esistenziale dei personaggi cechoviani, inducendo a una riflessione di tipo psicanalitico. Maša, come già scrissi tempo fa, è Devozione e Dedizione assoluta: l’amore per Kostia –inespressiva struggente passione. Nero reticolato che inganna qualunque solitudine. Sconosciuto, il suo involucro di carne e sangue si fa principio nullo, mentre il diniego materno verso la figlia, “anonima di senso”, risulta addirittura insopportabile. Anche in questo caso, sin dall'inizio dell'opera, un altro protagonista del dramma affronta la Devozione amorosa in frantumi. Ed è tale da elargire una colpa. L'aspetto che realmente teme è la propria forza; quel sentimento di indipendenza che vorrebbe “impegnare l'acqua alla terra per renderla fertile e feconda”. Maša realizza di sé un triste ex-voto che le rammemora ossessivamente il mancato avvento del miracolo-desiderio: intimo copyright di una desublimata bellezza d’arte, opera incompiuta e tantomeno riconosciuta: quella dell'oggetto amato, lontanissimo da lei quanto Kostia lo è da se stesso. E credo infatti che Maša, quando potrebbe alleggerirsi dalla morsa del dolore, preferisca invece restarne ingabbiata; la mistura esplosiva tra sogno annichilito e l’immaginarsi donna libera da ogni culto, dalla bramosia folle che lo accompagna e lo custodisce, prolunga all’infinito il rito silente del suo fallimento. Lei, l’amata Masa, potrebbe ritrarsi così: “Io – non riesco ad appartenere / eppure ogni gesto m’appartiene” -versi tratti da “Brockwell Park” di Francesca Matteoni-. Anche il peggiore, aggiungo io. In Maša albergano colpa ed espiazione, assunti "negativi" che lei, Madre, impronterà alla figlia. E come amante, amata dall'uomo giusto che lei invece offende come sbagliato, è cardine-colpa, forma-dolore consapevolmente inflitti ad un uomo mai bastante affettivamente.Tornando alla sua sfortunata passione per Kostia, ella non riuscirà a scardinarne gli avvitamenti morali, a ridurre -citando Roland Barthes- “l'ingombro esagerato della devozione” verso quell’anelito, o smania d'amore perduto. Sono anche convinta, pensando a Nietzsche, che la sofferenza nell'amore raccolga in sé un'innocenza disvelata, un biancore di cui s'avvolge per atto difensivo: ed è nuovamente, sentenzierebbe Barthes, la "ripulsa della Colpa".Maša, dall’inizio alla fine del dramma, tenta affannosamente di padroneggiare infelicità e destino. Ma fallisce sempre, e questa è la sua doppia pena.

Per lei canterei un tenero nido di sonno.
Canterei affinché un rovo di tenebra scordasse il suo pasto.
Pregherei per l'equatore d'una stella.
In divenire: perché abbandonasse vodka, tabacco e stordimento.In divenire: perché abbandonasse la fiamma sull’altare.
In divenire: perché lassù, quella stella, indorasse la sua vita nova.
Foto: "Cechov and Knipper, 1901"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Masa.
Vorrei le vostre opinioni.

L'aspetto che più mi colpisce - ovviamente ...- è quest'amore senza speranza e senza sogni, un amore che oramai è consunzione, struggimento e pena. Un amore che la porta a fare un matrimonio di evasione, con un uomo che non riesce nemmeno a rimandarle l’assurdità della sua vita, che si fa a sua volta trascinare in questa follia. Un amore che non le permette nemmeno di essere madre, tanto c'è Matriona…

E così… beve, fiuta tabacco, dorme nell'ex-teatro… E tutto questo per amore di Kostja… ma si può ancora parlare di amore? A me sembra più un cancro… che certamente non sarebbe guarito con l’ipotetico trasferimento di Medvedenko e che probabilmente si aggraverà con l’epilogo di Kostja…

Ma si può ancora parlare di amore? A Voi…
Azzurro

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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