@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

domenica 8 giugno 2008

A proposito di..."azzeramento o meno"


@ da Dedalo

A proposito del lasciarsi portare, senza forzarne il corso, dal processo innescato dai nostri incontri, mi è capitato spesso di rimanere colpito da semplici frasi o concetti esposti dal nostro director o da qualche compagno, oppure da idee sottese o incluse in alcune delle attività da noi svolte. Si è trattato quasi sempre di idee che hanno stimolato l’apertura a nuove possibilità e l’ampliamento dei modi di agire e reagire rispetto alle situazioni della vita, situazioni che magari ci fanno sentire “costretti” in comportamenti che sentiamo pesanti eppure inevitabili. Il messaggio che ho colto dalle nostre attività è stato per me primariamente un invito alla libertà di essere quello che vorremmo essere, o meglio, che abbiamo e siamo dentro. Un capire che c’è questa possibilità di vivere secondo quanto è dentro di noi. Che si può essere il cronopio che è in noi, che si può essere il fama che è in noi, e si può essere tali nella misura che ciò ci rende autentici, senza paure: essere me stesso. Mi viene alla memoria una frase del libro-intervista su Grotowski; diceva Grotowski, a proposito di ciò che avviene o può avvenire nel teatro: “…rinunciare alla paura ed alla vergogna alle quali mi costringono i tuoi occhi appena gli sono accessibile “tutto intiero”. Non nascondermi più, essere quello che sono”. Penso che forse lo sguardo che può destare ancor di più in noi angoscia sia innanzitutto quello nostro interiore verso noi stessi. Penso sia lo sguardo rassegnato, sfiduciato, a disagio, triste, sofferente, solo, impotente. Uno sguardo interiore che è sia causa che effetto di sé stesso, che rende sia artefici che vittime. Questo sentirsi inappropriati, questo fissare dei criteri rispetto ai quali ci si scopre ineluttabilmente inadeguati. Questo non darsi una possibilità, questo non darla agli altri. Questo pensare che la strada sia una sola, fatta in un certo modo, e noi non siamo in grado di imboccarla. E allora è bello scoprire che di strade ce ne sono tante e tante. E allora è bello capire che se ne possono scovare anche delle altre secondo le nostre necessità. E’ chiaro che è fondamentale vivere la vita, uscire di casa, guardarsi intorno, incontrare altre persone, perché poi una maestra mirabile e insostituibile di vita è proprio la vita stessa. Per me quello che facciamo nel nostro atelier è comunque vita, ma ha ed ha avuto sempre in sé una forza centrifuga che non deve essere frustrata, ma deve essere sfruttata; per me la vocazione del lavoro da me svolto è sicuramente quella di spingere verso l’esterno, verso gli altri. Ma questa volta rinunciando alla paura e alla vergogna alle quali mi costringono i “miei” occhi quando gli sono accessibile tutto intiero… E’ altresì chiaro che il lavoro in questione di crescita e maturazione è in procedimento, e non è giunto -ovviamente!!!- al termine… E’ anche chiaro per me che di esperienze e di stimoli al cambiamento ce ne sono stati diversi nella mia vita, e che lo stesso atelier mi ha dato altri spunti di riflessione. Ma comunque l’atelier è certamente andato nella direzione giusta, anche perché –e soprattutto- fa capire che di direzioni e strade ce ne sono tante…
Foto: foto da laboratorio su Grotowsky, 14 marzo 2008, Atelier

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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