Qui di seguito vi è un "commento" fatto da Gianni sull'ultimo post inserito. Ho piacere a renderlo più evidente e visibile per due ragioni fondamentali, che con il "coraggio" hanno a che fare. Coraggio di esprimersi, di produrre, di esprimere, di esporsi, di "donarsi". Infatti, credo che se non facciamo nostro l'insegnamento che nel teatro ci da Grotowsky, dell'atto di "dono" di se stessi, che nella vita costituisce un palcoscenico più vasto e spesso difficilissimo, poco credibilmente lo useremo, questo coraggio, nell'autenticità, quando siamo nel teatro, nel teatro drammaterapico.
La mia valutazione non è "severa" -termine obsoleto, che limiterei solo a definire l'espressione fisiognomica di un volto in una drammaturgia!-, ma rigorosa. Questo spazio è stato disponibile per un intelligente laboratorio virtuale, spesso rimasto inevaso dagli allievi e questo ha comportato una redifinizione, che lo restituisce solo agli amministratori, ed aperto ad eventuali dialoghi in commento. Guai a stressare un meccanismo, se gli operai non lavorano. Qui non si sfrutta un plus-valore, ma piuttosto un valore aggiunto che può essere scoperto anche grazie al coraggio, all'esplorazione delle motivazioni, ecc...(tutto già detto).
Sono d'accordo con te Gianni. Alcuni strumeti possono esserci mancati nel passato, ma vivere di "dietrologia" non porta alcun guadagno. L'avanti non c'è e non ci sarà se non siamo sulla strada, se non ci si mette sopra, attrezzati o meno. Più di un anno fa, in un post intitolato Mailbox and Road Sign , discutevo con voi questo concetto. Qui l'altro insegnamento del maestro, l'umiltà, attreggiamento che viene da una disposizione dell'animo che si situa all'opposto del protagonismo. Nel Teatro, come nella Vita. Oggi a Roma sta nevicando, non avveniva da parecchio, la baldanza delle nostre vicende in chiaroscuro, sociali, personali, si tinge di bianco, momentaneo reset allo smog, alle polvere fini. Grazie ai volenterosi.
@ Gianni
La bambina del filmato ha veramente mostrato che l'essere umano ha risorse incredibili, e se fatto crescere in modo equilibrato può fare cose inaspettate in confronto all'età che sta vivendo. Già, perchè l'età anagrafica e l'età evolutiva quasi mai corrispondono.
Ho capito nel tempo che dentro di noi c'è un bambino, un adolescente, un ragazzo, un adulto, che insieme costituiscono l'essere umano che è oggi. E come la costruzione di una casa deve seguire degli schemi, usare determinati materiali ed avere le giuste proporzioni, così l'uomo deve crescere usando gli elementi giusti e con i giusti dosaggi, affinchè possa essere in equilibrio da "grande". Pochissimi eletti sono stati dotati degli strumenti per sopravvivere nella giungla della vita, ed ognuno si è "attrezzato" con quello che ha a disposizione, ma concordo appieno con il director quando dice che dovremmo prendere esempio da Savannah. Quindi non bisogna rassegnarsi a soffrire, delegare o incolpare altri, anzi, scoperto che si può cambiare, bisogna provarci, trovare gli strumenti, cercare strade nuove, tappare le crepe e sanare i muri fatiscenti della nostra "casa", aprire nuovi affacci e illuminare gli angoli bui del nostro IO trasandato e malmesso.
Sono convinto che il teatro con cui Ermanno ci "tortura", rappresenti una delle strade principali.
Gianni
1 commento:
Grazie director, mi fa piacere sentire che apprezzi il mio pensiero, vuol dire che anche se con una certa difficoltà, la strada che sto percorrendo è diversa da quelle del passato. Mi piacerebbe leggere i commenti degli altri, aprire fronti di discussione per un confronto costruttivo e terapeutico per tutti.
Capisco però che non è affatto facile uscire dal "born-out" della nostra vita -Hai presente i motociclisti che per gioco fanno ruotare la moto sullo stesso posto, con la ruota posteriore che gira e sgomma mandando fumo e puzza da paura?-
Sono sempre più convinto che siamo gli artefici dei born-out che ci fanno soffrire e ripetere gli stessi errori per fuggire la sofferenza, che costruiscono nuovi problemi che ci faranno soffrire ancora, e così via, in un circolo senza fine e soprattutto senza meta.
Grazie comunque...
Gianni
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