@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 26 febbraio 2010

Drammaterapia: Panta Rei

@ Maria Pina

Panta rei. Tutto scorre. Credo che il più grande peccato che l'uomo possa compiere sia quello di non rispettare la grande legge del divenire. Quanto spesso si resta aggrappati ai propri dolori, ai proprio disagi, o, più spesso, alle proprie fruste abitudini, rifiutando nuovi, ma sicuramente più complessi percorsi? E quante volte si resta basiti, smarriti, sconvolti, intimoriti di fronte a nuovi eventi?
Ma tutto si trasforma. E' poco saggio pensare che la prima legge della termodinamica sia solo roba da libro di fisica del liceo.
E così, da un abbandono può nascere una nuova solidarietà di gruppo; dalla tensione può scaturire un nuovo dialogo.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Maria Pina per questo scritto è proprio vero quello che tu dici e l'ho sperimentato giovedì sera nella diatriba tra me e Gianni alla fine quando ho provato quel senso di tranquillità e pace dentro di me non aveva niente a che fare con la discussione di Gianni scoprire che un uomo non mi crea più fastidio ha creato quella sensazione dentro di me e questo non aveva niente a che fare con la discussione e quella sensazione di pace mi permette di vedere le cose sotto un'altra angolazione, sparisce la rabbia e tutto diventa più chiaro, sicuramente quello che dico è giusto "per me" ma imporlo è lo stesso gioco di tutti e questo non va bene.La pace dentro ci permette e mi permette di andare oltre.Se pretendo di avere ragione non ho più ragione e quindi è la che si crea il conflitto è proprio vero quello che tu dici, la strada della nostra vita è un continuo scenario che cambia davanti ai nostri occhi per poterlo vivere dobbiamo vederlo per quello che è e quando proviamo rabbia voglia di affermare, tutto si appanna e quindi diventa un conflitto, prima con noi stessi e poi con gli altri.Grazie a tutti del tempo che mi avete dedicato, un grazie particolare al director che non ci permette di accomodarci sulla nostra vita.

Spartaco

Gianni ha detto...

Concordo pienamente con Spartaco, ho smesso di cercare di aver ragione già da un po', e soprattutto di imporre agli altri il mio punto di vista...
Anche a me ha fatto bene il ballo dell'altra sera e sono convinto che il percorso verso l'accettazione è lungo e impegnativo ma non impossibile, quindi... Ogni giorno è nuovo e dietro ogni angolo si apre un nuovo scenario, l'importante è stare sereni con se stessi e certi di aver dato il posssibile per stare in sintonia con gli altri.
Gianni

maria pina ha detto...

Spartaco, Gianni, è bello vedervi interagire anche qui con il linguaggio e le tematiche del blog, che non sono quelle della vita quotidiana.
E' durissimo accettare che tutto scorre, tutto si trasforma, che non vi sono certezze per sempre nè punti fermi.
Ma è anche bello scoprire che la vita può sorprenderci e darci nuove sensazioni, nuovi scenari da vivere, nuove parole da dire
E per fortuna, il nostro Director ci allena a non essere statici!! :-)))

Anonimo ha detto...

E’bello e piacevole tornare tra di voi, in questo spazio virtuale, ed incontravi su questo blog. Chiedo scusa a tutti se la mia assenza prolungata è stata causa di interrogativi, di tensioni o peggio se questa ha fornito l’alibi per arrivare forse a conclusioni, collettive o personali, affrettate e comunque inesatte a posteriori.
Esiste però dato fattuale che adesso voglio discutere con voi.
Le parole non dette, gli interventi mancati o in ritardo, la pronuncia rarefatta sui testi di Ionesco, la mia espressione a volte minima, l’affanno nell’esternare quello che sento profondamente non volevano aprire l’uscio a un mio disinteresse sul lavoro che insieme stiamo portando avanti.
Gli ultimi incontri mi hanno fatto molto riflettere su cosa sono veramente e cosa voglio da voi gruppo. Le mie aspettative penso, in qualche modo, siano anche le vostre. Sono sempre più convinto che adesso che vi ho incontrato non vi lascerò più.
Oggi ho compreso appieno il significato del nostro fare e riscoperto la semplicità, il piacere, la gioia di comunicare con voi in quest’area estensiva del teatro che appassionatamente inseguiamo.
Mi sono innamorato di nuovo di me stesso, di quello che sono, di come sono, di cosa faccio, di come vivo, di chi incontro e di voi amici. Nella mia riflessione mi ha accompagnato questo sonetto di Pablo Neruda, che ho il piacere di riportare:

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.
Un abbraccio a tutti voi.
pino gencarelli

Gianni ha detto...

Caro Pino è un piacere leggerti. Il tuo "ritorno" era atteso, come è attesa la tua completa partecipazione al lavoro teatrale. Sono contento e mi fa veramente piacere saperti più lucido e convinto di volerci vicini. Tutti possono avere momenti di travaglio interiore, difficoltà palesi o nascoste; l'essenziale, penso, sia accettarle, accettarsi e mostrarsi per quello che si è veramente. Gli altri capiscono. Bentornato

maria pina ha detto...

Carissimo Pino, stai tranquillo perchè neanche noi ti molliamo!!
Grazie per le tue parole, per la tua energia e per il pensiero tenerissimo del sonetto che hai scelto

Unknown ha detto...

Che meravigliosa iniezione di energia, leggere il post di M.Pia e gli altri commenti mi ha rinvigorito e non ve lo nascondo ne avevo proprio bisogno. Bentornato Pino grazie per le tue parole toccanti e per la poesia. Vi abbraccio con tenerezza Rosanna

Anonimo ha detto...

il compito ha funzionato ( come al solito ha ragione il director ). Grazie Pino per il ritorno , rileggi quello che ci hai dato e' veramente importante e bello, il silenzio che era fuori era anche dentro di te ora non c'è piu' silenzio hai voglia di parlare e questo mi fa sorridere ogni passo avanti di tutti e' un nostro passo avanti per vivere finalmente la nostra vita e no quella che abbiamo ereditato Evviva!!!

Spartaco

Unknown ha detto...

Cari miei attori, mi compiaccio della letargia che si dissolve con una incipiente aria primaverile. C'è però un "ma", che deve indurci a riflettere, rielaborare ed andare avanti in omodo anche differente. Quando un oggetto sta cadendo dalle tue mani, e tu non ti spieghi il perchè e lo guardi stupido guadagnare il terreno, che sia stato proprio tu a lasciatelo sfuggire o qualc'un altro...non importa,inesorabilmente, anche un ultimo salvifico gesto può risultare inefficace. La corsa iniziata verso il suolo ha guadagnato ombre di spazi che sono più importanti della misurazione esterna e del calcolo statistico delle probabilità. Mentre qualcosa si svegliava, qualcos'altro si assopiva (e non alludo ad un fatto particolare ma a tanti accaduti negli ultimi mesi), avete visto rarefarsi i miei imput qui nel blog. Anche io seguo le regole "umane" del non volere a tutti costi come un rinoceronte. Penso a quanto poco sia servio il mio mimetismo hitleriano, gli assemblaggi in jpeg dei vostri ritratti, le ricerche di link che smuovessero cuore anima ed intelletto, la rivoluzione e la coscienza di voi che vi sollecitavo a cercare tra in e out. Se fossi una macchina, un computer direi..."bene...bip...ora finalmente pochi ma sicuri...bip...qualcosa si sta muovendo secondo i desiderata..bip...teniamo in osservazione....bip...potrebbe essere il segnale di una nuova coscienza...bip...bip..bip" Ma io non sono quel tipo di macchine; sono terribilmente imperfetto, orribilmente intelligente per sapere che alcune cose trascinano il segno del dolore in avanti e questo pregiudica le successive. Morale? Una ridefinizione del lavoro e del gruppo che spero vi trovi disponibili, sensibili ed intelligenti, anche voi...orribilmente intelligenti a comprendere che i treni passano una, due, tre volte...ma non si possono perdere passegeri costantemente lungo la strada...il treno potrebbe non servire pù, almeno su quel binario, pur comprendendo tutti. Vi spiegherà...ma credetemi e scusate, generalizzando, mi avete fiaccato. Nel frattempo ho continuato a scrivere eleborare e creare e sono contento per me, non potrei dire la stessa cosa per alcuni di voi...scomparsi all'orizzonte od ancora presenti. Rimane un affetto intenso ed un augurio altrettanto forte. Ma si deve aver il coraggio di trattenere e lasciare andare...Come negli amori, se si deve soffrire, non hanno senso. Comprendo che sia incredibile che oggi e non due settimane fa, vi stia parlando così...ma non siamo macchine, nè dobbiamo diventarlo. Vederee un risveglio dietro una "prescrizione" Spartaco, credimi, è stato più doloroso del silenzio...credo possiate arrivare a capire. A giovedì miei attori. Drammaterapia non deve mai diventare tormento.

Gianni ha detto...

Ti capisco Director, e concordo sul fatto che è ingiusto sforzarsi di percorrere una strada irta di ostacoli e buche e andare contro il nostro interiore. (Ne so qualcosa che dici?)Non sono stupito. Mi chiedevo dove trovassi tanta energia e tanto entusiasmo, facendo da locomotiva a dei vagoni che altrimenti sarebbero rimasti fermi al binario morto...
Ti capisco e ti sono vicino; sono convinto che si tratta di un periodo di particolare stanchezza e credo nel futuro. Il nostro, quello del gruppo. Qualunque cosa tu decida di fare, io ci sarò, perchè ho avuto tanto da te dal gruppo e dal lavoro svolto. Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Caro Director e compagni di viaggio ho meditato a lungo su quanto abbiamo letto in commenti e le mie riflessioni sono le seguenti. Forse è come dice il Director che muove le trame di questo spazio scenico: la passione non deve venir fuori solo dietro una rigida prescrizione. Eppure di queste ce ne sono state in passato e anche di più severe e imperative. Ma perché solo ora diamo tanto peso a queste?
L’oggetto o la mela possono anche cadere ma osservando ciò Newton spiegò la teoria gravitazionale. Lui notò che esisteva una connessione tra il modo in cui cadono gli oggetti ed il movimento della luna attorno alla terra. Forse quello che ho notato assente nel nostro spazio è proprio questo: il sapere e il dovere osservare le cose da più ampie angolazioni e non stretti nelle gole delle proprie convinzioni.
Sentire che alcuni miei momenti hanno creato dolore a chicchessia mi mette in tremenda difficoltà dal momento che assisto (ahimè!) ogni giorno impotente e sopraffatto alla celebrazione del dolore e rispetto al quale avevo chiesto ormai da molto tempo, con ripetute suppliche esposte in tutti i modi, l’aiuto ad esperti medici e non.
Stasera è possibile che la mia presenza manchi ma vorrei incontravi per lasciarvi il mio saluto perché sento molto la vostra vicinanza. Esiste comunque il blog e semmai è qui che ci incontreremo : luogo desertificato ma dove in ogni momento può spuntare un tenero fiore.
Pino gencarelli

Anonimo ha detto...

@ Pino Gencarelli
Nella sua opera “Drammaterapia” R.J.Landy introducendo il lavoro di Stanislavskij descrive il metodo di questo autore come “sistema psicologico e naturalistico basato su un approccio emozionale alla recitazione”.
Subito dopo Landy esplicita, a proposito del lavoro di formazione degli attori secondo Stanislavskij , la tecnica della memoria emotiva.
E’ a mio avviso una sua visione forse parziale del concetto che ho trovato espresso in modo più intellegibile e pregnante nel sito http://www.operamondo.it/memoria%20emotiva%20e%20azioni.htm epigrafato elogio di Stanislavskij. Qui la tecnica della memoria emotiva si tocca quasi con mano: è differente. Nel testo sul sito indicato si parla del concetto di immedesimazione e non di improvvisazione come fa invece Landy. Si parte dall’assunto che il personaggio non è una persona ma una struttura linguistica. “ Stanislavskij dice: anche i grandi personaggi letterari sulla carta non hanno memoria, sono strutture di parole, che non hanno un passato di persona, con le esperienze, le emozioni reali che, trasformandosi in ricordi, fanno una persona. Come fare a trasformare questa struttura linguistica in una persona, in un personaggio (l’ideale è che persona e personaggio coincidano), con tutte le sfaccettature, con tutte le profondità? Prima cosa, costruirgli un passato. Se una persona è ciò che ricorda, anche un personaggio è ciò che ricorda, ma il personaggio, essendo una struttura linguistica, non ricorda. Allora, io attore devo costruirgli un passato. E come faccio? Cerco nel mio passato. Ma io posso avere un passato simile a quello di Amleto? Certo che no. Le esperienze mie non sono quelle che io posso immaginare per Amleto, però sicuramente nel mio passato posso trovare delle esperienze che per analogia posso attribuire al passato di Amleto. Chi non ha avuto esperienza di conflitto coi genitori? Allora si tratta di lavorare sul proprio passato per costruire la memoria emotiva del personaggio. Il risultato utopico finale dovrebbe essere che questi due percorsi, queste due entità distaccate (la struttura linguistica e l’io dell’attore) piano piano si sovrappongono. Ma perché? Perché hanno un passato in comune. Due entità e un solo passato non possono che diventare una entità sola. Ma il percorso non è a un senso solo. Io posso preparare la mia interiorità in modo che mi permetta di raggiungere l’immedesimazione nel personaggio con la conseguenza che mi comporterò ‘come se’ fossi lui. Ma posso fare anche il viaggio al contrario: comportarmi come lui in modo che la mia interiorità ne sia influenzata e si crei un cerchio virtuoso tra il fuori e il dentro.”
Personalmente e nelle piccole esperienze CDIOT ho sperimentato a volte il “come se” chiudendo gli occhi durante il warm up e forse ritenendolo di impulso un approccio immediatamente fruibile. Altre volte ho cercato di esteriorizzare il comportamento del personaggio permettendo che questo tocchi il mio profondo: facendo questo ho ottenuto forse più risultati in termini di riflessione personale, collocazione nel contesto sociale e transfert.

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA