@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 4 settembre 2009

Drammaterapia, Il Rinoceronte di E. Ionesco: Daisy risponde a Berenger

Caro Bérenger,
ero certa che non m’avresti più ritrovata. Invece, appena cinquanta miglia ci separano: sembrano cinquant’anni di dormiveglia, in attesa d’una carezza divina.
Se tu mi scrivi, ora dormiamo, perché domani è vicino. Basta che io cammini negli anni imperdonati, raccogliere ciliegie di stagione, e con piedi nudi strusciare la pelle dei papaveri, petali dall’anima nuova e nuvole… tra l’umida terra levigata di speranza.
Ti porterò velluto rosso, ciliegie floreali e vino d’annata. Brinderemo, bruciando gli archivi dei ricordi, e... il destino smetterà di nascondersi, se ancora mi ami!
Lo saprò domani. Prima che ti arrivi questa mia, racconterò sottovoce come un uomo e una donna credono ancora di essere fermamente se stessi: lui, immutato. Lei, mutata per guarire sudari d’ogni tempo vissuto.

Cosa è successo, ti chiederai?
I miei vecchi compagni rinoceronti volevano la mia presenza, portando come sigillo d’alleanza la rinuncia all’amore. Dovevo unirmi alla forza del branco, perché in quella forza aggregante riconoscessi tutta la mia e la loro debolezza.
Tu hai mai compreso che eravamo destinati alla rinocerontite? Jean, in un momento di fuggiasca lucidità, si convinse che era l’unica via per risanare conflitti, affrontare l’irrisolto, farsi portatori di un sé rinnovato, aperto, in armonia col mondo.

Avrei abbandonato la donna che ero, inutile, banale; e ne avrei preso coscienza – proprio come Jean, Dudard, Papillon avrebbero recuperato un altro Jean, Dudard e Papillon migliori…
Bérenger, amore mio, siamo andati incontro all’epidemia affinché ci curasse… Eravamo troppo malandati per definirci umani; così seriali, accondiscendenti, vuoti: senza identità… Ah!, le nostre pubbliche virtù divenute inesorabili vizi! Tutti insieme a ingoiare polvere, sino ad otturare i polmoni.
Addomesticati prima. Addomesticati poi. Tra eccessi e malanni, malati d’una malattia sorda… eppure credevamo nella memoria. E faceva male… Ci sentivamo perduti a noi stessi… Da rinoceronti non riuscimmo a ricordare la nostra scomparsa da umani. I nostri corpi erano spariti! Insieme ai corpi, le nostre responsabilità.
Ci obbligammo alla memoria, pietà non acconsentita.
Dovevamo vivere la malattia sino in fondo. Azzerare tutto, e poi rinascere.
Forse ritrovammo la ragione nel momento in cui perdemmo il passato. Guarimmo nel momento in cui la corazza cadde a pezzi, mentre percorrevamo il presente con fatica e paura.

Trovammo macerie, detriti, cadaveri, fili spinati… Non ne sapevamo nulla.
La corazza cadde quando ci raccontarono della Guerra.
L’orrore, in noi. La memoria. La consapevolezza. Il dolore. La pelle nuda.
E, infine, le mani. Scavare la terra con le mani per seppellire i nostri resti.
Com’è la mia nuova vita, Bérenger?! Sono veterinaria, curo gli animali. Sono abbastanza serena…
La tua Daisy non ha mai smesso di amarti, sai! Neanche da pachiderma! Desidera riaverti, ritrovarti. E ritrovandoti, riuscire a perdonarsi… almeno un po’.
Daisy (NINA)

Foto: Rhinoceros Fragments 34, CDIOT 2009

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA