Mio caro Berenger,
trovo commovente il fatto che tu pensi ancora a me, lo fai con cosi tanta dolcezza e affetto e cosi poco rammarico per quello che fu. Mi stupisce inverosimilmente questa tua lettera e come mi abbia raggiunta in un luogo indefinito, ma al tempo stesso sono attraversata da una sensazione di pura gioia che mi riporta indietro, lontano in un tempo difficile da ricordare. Ho ricordi che ho voluto annebbiare del periodo dove ancora tutto doveva accadere, dove noi eravamo spensierati e inconsapevoli. Quello che avvenne ha contorni ancora poco chiari per me. In quel tempo, nel periodo della nostra inconsapevolezza, la “ malattia “ mi colpi e mi trascinò via, lontano da te e dal nostro delicato-fragile amore, mi portò via dall’uomo che ancora oggi, dopo diversi anni, mi tiene ancora nel cuore. Tu non colpevolizzi la mia fuga e non giudichi la mia azione, ma semplicemente mi ricordi con le tue poetiche parole e con il tuo amore.
Ora sono guarita anche se la trasformazione mi ha cambiata profondamente, mi ha resa più consapevole e responsabile delle mie azioni e di me stessa. Anche te, vedo, che nonostante tutto, non ti sei lasciato sopraffare dalla paura della solitudine e non hai scelto l’alcool come tuo compagno di giochi, facendoti guidare da lui nell’abisso dell’inerzia, ma hai reagito! Un vero e unico ruggito rispetto ai molteplici ruggiti della banalità . La tua lucidità ti ha salvato; anche se terrorizzato non ti sei arreso , a differenza di me, che ho preferito seguire l’istinto di sopravvivenza e accodarmi alla mandria. Dopo tanto correre, anche io mi sono fermata in un luogo sicuro e stabile che mi ha accolta e coccolata, impreziosito di due bellissimi figli ,Giulio e Carolina, che mi riempiono il cuore, ma non scaldano l’anima perché sento che qualcosa di irrisolto ancora cova in me. Con la mia fuga ho capito che non ero in grado di soffrire e avevo bisogno di una opportunità di rivalsa. Questa mia incapacità mi ha reso la gioia un traguardo irraggiungibile, tu ,invece, nella disperazione più nera hai trovato la luce, anche se per trovarla ti sei fatto sopraffare dalla paura e dal dolore della solitudine. Cosi da solo hai potuto incontrare te stesso. Il tuo coraggio mi ricorda che sei una persona speciale sono felice che ci siamo riuniti anche solo epistolarmente.
Per sempre tua Dasy (FRANCESCA)
Questa lettera la scrissi prima che ci salutassimo per l’estate e mi dispiaceva che andasse persa anche in seguito al seminario di venerdi che mi ha visto coinvolta in prima persona .
Francesca