@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 1 ottobre 2008

Il potere della Narrazione

@ da Dedalo
A proposito di "Ali: accadde davvero..."

Uno dei concetti di questo post su cui vorrei dire qualcosa è quello della "narrazione salvifica che ci restituisce la conoscenza" -"... che è "Potenza del "drama", del processo drammaterapico, che sia azione dentro o azione fuori, quando la persona si "riprende" la responsabiltà del suo ruolo primario, "centrale", all'interno della propria rappresentazione ed in questo caso "propria" in tutti i sensi"-. Voglio dire che anche grazie a questo blog ho cominciato a capire che è importante e benefico e gratificante tirare fuori quello che si ha dentro, cioè procedere a quella "narrazione" di noi stessi verso le altre persone. Alla base del mio stare in silenzio in passato, penso ci sia stato anche e soprattutto il timore. Questo penso abbia avuto varie origini e differenti connotati. E' di uno di questi che vorrei scrivere.

Il timore che nasce -e ciò potrebbe sembrare ovvio- dalla mancanza di coraggio. Infatti, penso di essere stato timoroso anche per altri motivi, per vergogna, insicurezza o timidezza. Ma la mancanza di coraggio mi sembra in questo momento che sia un'altra cosa. E' quando rinunci ad affermare le tue idee, ad esporti per esse. Quando rinunci a prenderti l'onore di te stesso, a prenderti la responsabilità di essere te stesso. Questo blog è stato, credo, la prima occasione per me di parlare e scrivere "pubblicamente". E peraltro, nel farlo, cerco di buttare giù una narrazione di me, magari solo parziale, abbozzata, che tratta soltanto di certi temi, anche perchè cerca di essere in linea con i contenuti del blog. Una cosa di cui mi rendo conto è che uno dei motivi per cui la "narrazione" è salvifica è che ciò che è narrato acquista maggiore consistenza, diventa cioè più reale, esiste maggiormente, non è più inafferrabile come prima. Quando "narro" ad altri quello che sento e penso, sono io che esisto di più e sembra che la mia vita acquisti di più un senso. In alcuni casi poi, è come se, per dirla in metafofora, capissimo infine con quale bestiaccia ci troviamo a che fare, dopo che per un po' ne avvertivamo la presenza; prima era troppo sfuggente, ci ronzava attorno magari fastiodosa, frastornante, come correnti d'aria che attorno a noi vanno ciascuna in direzione diversa, fino a farci venire un mal di testa. Insomma con la "narrazione" le cose le fissiamo.
Mi è capitato a volte di parlare con delle persone e di esporre certe opinioni di cui pensavo di essere sufficientemente convinto. Una volta espresse, quelle mie stesse opinioni diventavano osservabili dai miei occhi in un altro luogo, su un altro-palco, che non era quello mio interiore, che ora mi sento di poter rappresentare proprio come uno spazio in cui soffiano venti più o menoforti, e in direzioni diverse. Mi è capitato allora di rendermi conto che di quei pensieri, una volta pronunciati, non ero poi così convinto, anzi; che magari la tal cosa non era poi così male e che in fondo mi poteva piacere, anche se aveva detto qualche minuto prima che difficilmente l'avrei fatta. Perchè? Perchè una volta espresse, quelle idee sono diventate giudicabili da me stesso in un modo in cui prima non lo erano, le ho potute guardare meglio - sì direi proprio così - o comunque in un modo che prima non avevo sperimentato. Anche questo poter capire meglio se stessi credo renda salvifica la "narrazione".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quando "narro" ad altri quello che sento e penso, sono io che esisto di più e sembra che la mia vita acquisti di più un senso.

Quanto e' vero!
Per anni mi sono autopunita proprio per questa sensazione: il bisogno, quando qualcosa di importante (bello o brutto) mi accadeva, di raccontarlo, immediatamente, se possibile, a qualcuno che mi fosse vicino in spirito (un compagno/a, un amico/a), altrimenti era quasi come se non fosse successo. Al contrario, le domande e i commenti della persona cara ratificavano all'accaduto e lo rendevano rilevante.
Si', sara' stata anche l'insicurezza e il bisogno di sentirsi confermati dall'altro, ma era anche la necessita' di comunicare l'accadimento, o il pensiero, e di ascoltarsi raccontarlo. La narrazione lo rendeva piu' reale.
In piu', credo ci sia l'importante elemento del condividere. "L'uomo e' un animale sociale" ("Anthropos zoon politicon esti") ha detto Aristotele e da sempre, credo, ha avuto bisogno di comunicare al proprio simile le proprie esperienze e di rendere queste e, a loro volta, le esperienze dell'altro, patrimonio comune, ricchezza condivisa; ma anche terreno d'incontro reciproco.
Grazie, Dedalo, per avermi/ci regalato questo frammento di tesoro :)
xxxEmiliana

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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