@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

martedì 1 dicembre 2009

Drammaterapia: Il Fascino dei Rinoceronti ed i Bisogni dell'Anima



"Accidenti Daisy, come ci saresti stata tu…nella mia vita! E visto che ci siamo ed ora conosco che finalmente ricevi le mie lettere, desidero spiegarmi anche su questo…come ti ho ospitato in testa in tutto questo tempo. Il tuo amore dette forza alle mie convinzioni e mi aiutò a non cedere, nonostante il dolore per te, che te che eri andata; e la distruzione di allora poi aiutò il mio amore ad avere forza e lasciarti vera ed unica nella mia mente. Che strano crocevia di sentimenti a dirigere le nostre vite... Certamente mi dispiace moltissimo sapere che questo momento ti colga particolarmente giù, ma comprendimi, saperti sofferente per la vita, come purtroppo spesso ci accade, è già consolazione rispetto a quell’abisso di incosciente deriva dove tutti ci trovavamo. Ora, sono sicuro puoi trovare strade. Allora la ricerca, anche solo a volerla, era negata, ricordi?Se non fosse per quanto mi dici e comprendo...direi che tu mi metti allegria, proprio perchè sei ricca con la vita e di colori ed ami le persone. Sai che nel primo anno e mezzo ti ho scritto; lettere a cui non ricevevo risposta. Dopo il processo ci eravamo salutati per il "bene" di tutti e due, ma questo non significava che fossi "indenne" dall'averti “incontrata”, nel luogo dove già ti conoscevo. Certo donna, ma direi, ancora prima, un essere che corrispondeva a certe mie fantasie da bambino e ragazzo e che allora mi vedevo davanti, oramai uomo da un pezzo. La tua coerente bellezza tra dentro e fuori e che arrivava a rendere belle persino le tue difficoltà, intendo i tuoi stati d'animo. Ci si può innamorare di come una persona piange, della sua tristezza, del suo dolore, come del suo sorriso. Ed allora scriverti significava vivere il lutto di te che non c'eri più, che non volevo disturbare, ma reale...su questo folle pianeta. Poi mi sono detto, forse deve cambiare qualcosa. Mi mancava un tuo cenno ai miei scritti e volli chiudere il mio delirante e consolatorio soliloquio. Interrompendo, decidevo dentro di me di farti volare davvero via. Lasciavo che il mio io più profondo non giocasse sporco a negarti e al contempo a farti essere. Rimaneva un sentimento bellissimo che avrei chiamato "INCONTRO"; una cosa speciale che per vivere non aveva bisogno di lettere a senso unico, nè di presenze o contatto; che certo in un tempo prima, non molto lontano, avrebbe stretto le tue braccia e fianchi e deciso di sussultare con te, in confusione e miscuglio di fragranze e tatto. Il mio intenso augurio era però a quel punto vero...soffiavo forte sotto le tue ali e ti immaginavo fare cose belle ed intense...Poi mi hai risposto.
Tu, così mite, diventata uragano di emozioni al passato... Io ho cercato di capire come essere, dove essere, in un tempo già scisso da noi, mentre tu, con la dolcezza di altri anni attraverso il tuo cuore, dentro ai miei segnali di fumo ci sei piombata allegramente; come un tornado li ha trasformati in spirali ellittiche e all'interno dell'occhio del ciclone...io ho vissuto il timore di perderti una seconda volta. Le quinte di un teatro, questa volta autentico, dove forse nessuno potrebbe capire cosa stava accadendo, ma non noi. Ti voglio bene, moltissimo, Daisy e so che questo vuole proteggerti, come farebbe un uomo con una donna intendo. Vuole sentire che il tuo respiro è pieno e felice, dimenticando forse che così il tuo torace si solleva ed offre i seni al cielo. Un tempo che non è più, mi dici. Un bacio, tenero sulle tue mani e umido dell’aria di questo autunno, mia cara. Scriviamoci, come ci è possibile.
Tuo Berenger"

@ Maria Pina
Daisy risponde a Berenger

"Ho gettato fiori dalla mia finestra al branco di rinoceronti che marciava fiero sul corso. Mi sono unita alla loro corsa trionfale, ho voluto sentirmi come loro. Poi, ho conosciuto l'esaltazione della guerra e l'abisso della storia e, infine, è arrivato il tempo del dolore stupefatto, della fatica della ricostruzione della mia identità.
Basterebbe questo, caro Berenger, per spiegare il mio silenzio alle tue missive, ma non è tutta la verità. E le brave bambine non dicono le bugie, no? No, la verità vera è altra. Non ti ho mai risposto perchè tu, così diverso dai portatori di rinocerontite, eri anche così uguale nei clichè dei comportamenti umani. Berenger, tu hai cercato di parlarmi, di spiegarmi, di farmi capire; ma , dimmi, hai mai provato a capire me? Nei tuoi soliloqui, anche quelli delle tue missive, parlavi, raccontavi di ciò che ti accadeva e di ciò che pensavi, ma tu, Berenger, mi hai mai ascolatata? Mai provato a chiederti perchè il fascino dei rinoceronti si è insinuato in me? Perchè mai io avessi bisogno di essere salvata? Non c'erano solo le mie parole a spiegarlo, ma anche i miei silenzi. Mi hai lasciata libera di volare, dici? Ma sei sicuro che questo tuo nobile gesto, non sia stato invece l'egoistico desiderio di vivere i tuoi stati interiori senza interlocutori? Ti avrei risposto, anche sotto i bombardamenti, se solo in una delle tue lettere avessi trovato un cenno di ascolto verso di me, un tentativo di capire? Ma tu Berenger volevi vedere in me solo la piccola Daisy, che cerca di capire, ma non può farlo per i suoi limiti borghesi. A differenza di ciò che qualcuno dice... non siamo nati per soffrire. No, mio caro, noi siamo fatti per cercare la felicità , nostra e altrui. In questo siamo diversi dagli animali e dai rinoceronti. Cosa fa un animale? Mangia e si riproduce, ma conosce la sofferenza perchè è preda o predatore. Invece, noi umani, sappiamo cosa siano il riso, la gioia , l'umorismo, la serenità. E spesso tali stati di grazia sono proprio gli altri a darceli: i nostri bambini, i nostri cani, le persone amate, quando sono felici.

Ecco, io volevo questo, solo questo. Una felicità da scoprire insieme. Non solo amanti, non solo coniugi, ma compagni. E questo anelito al benessere, mi ha impedito una trasformazione completa, mentre tu, Berenger, sei stato più rinoceronte di quanto credessi...
Daisy
"

La lettera a Berenger è stata scritta sotto la dettatura culturale del mio amato Pavese. C'è un racconto che amo tantissimo ed è "Viaggio di nozze". Vi si narra di un vedovo, un intellettuale preso dal suo solipsismo che rimpiange sua moglie morta. Era una piccola donna buona. Si erano sposati d'impulso: lei perchè lo amava veramente e gli offriva il suo braccio, lui l'aveva sposata forse per noia, avvolto dalla sua bontà e dal suo calore. Purtroppo, il temperamento del protagonista, preso dall'ascolto delle proprie emozioni, compiaciuto della sua solitudine interiore , aveva preso il sopravvento nella vita di coppia. E durante il viaggio di nozze, a lungo rimandato, lui preferisce fare una lunga passeggiata a sentire il vento, la notte, la propria solitudine, in un turbinio di vanità interiore, lasciando lei a piangere da sola in una sconosciuta camera d'albergo. La crudeltà della frase finale è una coltellata per le lettrici. Ho piano molto sul quel racconto, ma oggi non ci piango più. Oggi mi sono presa la rivincita di dare voce a quel personaggio di donna triste e sconfitta...
Foto: Dramatherapy, Rhinoceors, Daisy & Berenger, CDIOT 2009

3 commenti:

Anonimo ha detto...

@ Gianni
“Le lacrime di un amore”

Volevano condividere le difficoltà e le gioie della vita, aiutandosi a vicenda a portare pesi più o meno grandi, consapevoli della diversità dal resto del Mondo.
Cominciarono ad avvertire chiaramente la diversità dagli altri, quella volta che la sorella maggiore del maggiore Culin Culianu subì la trasformazione.
Tutti si preoccupavano più di sé stessi che della Signora Culin, torturata dai rinoceronti ed ormai in piena trasformazione.
Fu lì che capirono.. Capirono di esser fatti l’uno per l’altra, di condividere ansie e aspettative, di essere in sintonia sulle cose che ruotavano intorno a loro.
Si promisero amore, Amore con la A maiuscola, proprio perché a prova di rinoceronte.
Amore in grado di dar vita ad una nuova razza di esseri umani, immuni dalla rinocerontite, difficili da governare perché più liberi, ma proprio per questo più veri e soprattutto non violenti..”

No, purtroppo cara Daisy questa storia non ha un lieto fine, come le favole che leggevamo da bambini. Tu hai scelto la strada maestra, quella in cui i rinoceronti marciavano verso la devastazione, lasciando il sottoscritto in un vicolo cieco, con il dubbio perenne di non aver fatto abbastanza già dal primo giorno. Io, il più “anormale”, che di colpo presi coscienza di ciò che stava avvenendo…
“ E lei Berenger.. che cosa faceva?” Le parole di Dudard hanno continuato a risuonarmi in testa per gli anni che seguirono, ed oggi…
Oggi non ti permetterò di allontanarti di nuovo, il finale di quella favola può - deve? - essere riscritto. Se a suo tempo ho sbagliato è stato per paura, per errore, per… distrazione?
Ero convinto di quello che dicevo, cercavo di convincerti a non andare verso la distruzione. Se non ci sono riuscito è stato per una serie di cause concomitanti. Perché tanto risentimento nelle tue parole? Perché mi condanni, ci condanni alla solitudine, alla non condivisione, alla non scoperta degli anni che verranno?
Davvero hai tanta paura di amarmi? Non ti viene voglia di scoprire se la nostra unione, è in grado di condurci mano nella mano verso la scoperta delle gioie della vita?
Volevi solo questo. Sono cambiato. Ti prometto che lo avrai.

Dammi la possibilità di condurti oltre la collina, voleremo in alto come gli aquiloni e respireremo brezze che non conoscono confini. Soprattutto non sarai più sola e non vedrai più il buio…

Tuo per sempre..Berenger.

Anonimo ha detto...

Vorrei dedicare a te,caro Berenger, che sei il colore delle mie emozioni questa poesia di P. Fanelli:
L’l’incontro
Quel giorno i tuoi felici occhi, fermi, hanno colto il mio tempo, inaspettato l’incontro, desiderato, incerta negavo la gioia per il regalo, - siamo rimasti cosi- ancorati ad un silenzio di tenere parole, la mia fragilità sposava la tua forza. Ora tradisce lo sguardo ad arte reso, una lontananza imposta. Non voluta, piu’ eloquenti i silenzi le tue impennate d’orgoglio: se solo allontani le difese, il sorriso, la dolcezza tua m’avvolge il cuore s’arresta…
Con infinito candore e amore Daisy
Tonina

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti. Un particolare saluto a Rosanna. Conosco lo stato d' animo che hai provato. Il piú delle volte sono le persone che ci sono vicine e chi dicono di amarci o di volerci bene, che non accetano il cambiamento. Ma non perché sono cattivi ma soltanto perché li destabilizza e non ci riconoscono piú. E quindi hanno paura. Un bel giorno stavo caminando, ho incontrato un amico e mi ha fatto una domanda. "Dové vai?" E uscita una risposta senza pensiero. "Vado da Spartaco" e li ho preso consapevolezza della strada della vita. E tutti gli applausi e elogi del passato non c'erano piú, erano diventati fumo. E cosi che va. Strada facendo giorno dopo giorno dopo giorno, quello che mi da forza é la mia consapevolezza per quello che posso nei miei limiti. E quando gli altri, i problemi, aversitá mi vengono incontro e io regagisco con serenitá é un passo avanti. Se invece si insinua dentro di me, é un passo indietro. E questo mi spinge a capire a capirmi e amigliorarmi nei rapporti con gli altri. Questa é la famosa accetazione, non come rassegnazione ma come uguaglianza tra gli essere umani e il mondo tutto. Quando piove, deve piovere. Non possiamo arrabiarci perché é cosi. E cosi di seguito per tutto. E tuttavia se piove e non voglio bagniarmi, mi procuro un ombrello e cosi é per tutto.
Cara Maria Pina. Come é vero quello che tu dici. Nessuna ascolta piu nessuno. Tutto parlano ma per loro stessi. Che solitidine! Per avere qualcosa bisogna gridare, gridare e gridare. Le persone che non ascoltano, quando lo fai notare, candidamente rispondono: "potevi chiederlo!" E cosi pensano di essere salvi. La communicazione oltre quella verbale é anche un altra communicazione che puo farci avvicinare e sentire. Quello é il sentimento che vive dentro di noi dalla nascita che strada facendo il piu delle volte vienne schiacciato dalle paure delle paure. Cari compagni di viaggio: parlo dell'amore che muove il mondo. Nasciamo da un atto d'amore perché dobbiamo rinegarlo come un sentimento. L'amore é sempre una forza mai una debolezza. L'amore in senso piu eseteso del termine. Amore per la vita, amore per la natura, degli animali, amore per gli uomini per le donne per i figli. Amore per tutti, noi compresi. E poi dovremo condividere tutto questo con chi ci sta al fianco. Questo é il percorso della vita, da soli insieme compagnia allora diventa un bel giocco vivere :) Tutto questo non c'e corsa non s'é afano non c'e obiettivo fino a se stesso. C'e solo la scoperta di questa meravigliosa vita.
La cosa drammatica di tutto questo é quando noi non ascoltiamo gli altri, non ascoltiamo neanche noi stessi. Il vero dramma é cosi ci sentiamo soli. E diamo la responsabilitá agli altri che non ci capiscono. E cosi comminciamo a fare, fare, fare, piú faccimo e piú ci svuotiamo e ci setiamo delle vittime. Invece siamo i carnefici di noi stessi.
Grazie a tutti voi che mi permettete di dire e fare tutto cié Altrimenti sarebbe stato un soli loquio. Patticolare grazie a Sandrina chi mi aiuta in questo.
SPARTACO

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA