@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

giovedì 3 dicembre 2009

Drammaterapia; Il Rinoceronte di E. Ionesco, Riduzione Drammaterapica del CDIOT, Terzo Atto


Terzo Atto, Ultima scena
(testi di E. Gioacchini e M.P. Egidi)


Da sinistra entra il Lettore e comincia a parlare dirigendosi al centro della metà del palco a sinistra.
Lettore: Berenger ha tentato di mettersi in contatto con l’amata, dopo diverso tempo dal processo; dal momento in cui si erano salutati, riparando dal dolore, dalle macerie degli affetti di prima, dal timore del futuro. Daisy, sappiamo, inizialmente non risponde a Berenger; non conosciamo il perché del suo silenzio, se voluto…Poi vi è il contatto, una sua risposta, affettuosa e sincera, un comparire da dietro l'angolo a dire che esiste e ricorda, tutto, proprio tutto. Nasce una corrispondenza tra luoghi diversi e persone in parte differenti, con una medesima memoria e la consapevolezza di qualcosa reciso, che non può essere riaggiuntato, semmai ricreduto. Ma la storia, intorno e dentro, che loro hanno vissuto è stata crudele; li ha schiacciati, anonimi, come sotto il passo pesante di un Rinoceronte inferocito, senza più testimoni. E così, le loro lettere assomigliano più a preghiere al destino, che veri aneliti di una libertà ritrovata verso la vita e l’amore.

Il Lettore esce di esce sulla destra; dalla stessa direzione entra Berenger ed i due fugacemente si incontrano e si salutano.

Lettore: Buongiorno signor Berenger!
Berenger: Buongiorno a lei...

Berenger raggiunge il centro del palcoscenico, breve pausa, poi prende una lettera appena scritta, ne rilegge le prime righe e la chiude in una busta affidata poi alla tasca di sinistra della sua giacca. d na sedia posta di traverso a destra.

Berenger: "Accidenti Daisy, come ci saresti stata tu…nella mia vita! E visto che ci siamo ed ora conosco che finalmente ricevi le mie lettere, desidero spiegarmi anche su questo…come ti ho ospitato in testa in tutto questo tempo. Il tuo amore dette forza alle mie convinzioni e mi aiutò a non cedere, nonostante il dolore per te, che te che eri andata; e la distruzione di allora poi aiutò il mio amore ad avere forza e lasciarti vera ed unica nella mia mente. Che strano crocevia di sentimenti a dirigere le nostre vite... Certamente mi dispiace moltissimo sapere che questo momento ti colga particolarmente giù, ma comprendimi, saperti sofferente per la vita, come purtroppo spesso ci accade, è già consolazione rispetto a quell’abisso di incosciente deriva dove tutti ci trovavamo. Ora, sono sicuro puoi trovare strade. Allora la ricerca, anche solo a volerla, era negata, ricordi?Se non fosse per quanto mi dici e comprendo...direi che tu mi metti allegria, proprio perchè sei ricca con la vita e di colori ed ami le persone. Sai che nel primo anno e mezzo ti ho scritto; lettere a cui non ricevevo risposta. Dopo il processo ci eravamo salutati per il "bene" di tutti e due, ma questo non significava che fossi "indenne" dall'averti “incontrata”, nel luogo dove già ti conoscevo. Certo donna, ma direi, ancora prima, un essere che corrispondeva a certe mie fantasie da bambino e ragazzo e che allora mi vedevo davanti, oramai uomo da un pezzo. La tua coerente bellezza tra dentro e fuori e che arrivava a rendere belle persino le tue difficoltà, intendo i tuoi stati d'animo. Ci si può innamorare di come una persona piange, della sua tristezza, del suo dolore, come del suo sorriso. Ed allora scriverti significava vivere il lutto di te che non c'eri più, che non volevo disturbare, ma reale...su questo folle pianeta. Poi mi sono detto, forse deve cambiare qualcosa. Mi mancava un tuo cenno ai miei scritti e volli chiudere il mio delirante e consolatorio soliloquio. Interrompendo, decidevo dentro di me di farti volare davvero via. Lasciavo che il mio io più profondo non giocasse sporco a negarti e al contempo a farti essere. Rimaneva un sentimento bellissimo che avrei chiamato "INCONTRO"; una cosa speciale che per vivere non aveva bisogno di lettere a senso unico, nè di presenze o contatto; che certo in un tempo prima, non molto lontano, avrebbe stretto le tue braccia e fianchi e deciso di sussultare con te, in confusione e miscuglio di fragranze e tatto. Il mio intenso augurio era però a quel punto vero...soffiavo forte sotto le tue ali e ti immaginavo fare cose belle ed intense...Poi mi hai risposto.

Breve pausa durante la quale Berenger raggiunge una sedia posta di traverso sulla destra del palco e vi si siede.

"Tu, così mite, diventata uragano di emozioni al passato... Io... ho cercato di capire come essere, dove essere, in un tempo già scisso da noi, mentre tu, con la dolcezza di altri anni attraverso il tuo cuore, dentro ai miei segnali di fumo ci sei piombata allegramente; come un tornado li ha trasformati in spirali ellittiche e all'interno dell'occhio del ciclone...io ho vissuto il timore di perderti una seconda volta. Le quinte di un teatro, questa volta autentico, dove forse nessuno potrebbe capire cosa stava accadendo, ma non noi. Ti voglio bene, moltissimo, Daisy e so che questo vuole proteggerti, come farebbe un uomo con una donna intendo. Vuole sentire che il tuo respiro è pieno e felice, dimenticando forse che così il tuo torace si solleva ed offre i seni al cielo... Un tempo che non è più, mi dici. Un bacio, tenero sulle tue mani e umido dell’aria di questo autunno, mia cara. Scriviamoci, come ci è possibile, Berenger".

Le luci si spengono su Berenger e dalla sinistra entra Daisy, portando con se una seconda sedia ed un folgio in mano. La dispone di spalle ad un metro da quella di Berenger e vi si siede, tenendo aperto il foglio con due mani sul grembo, senza guardarlo: Gli occhi fissano uno spazio vuoto avanti a lei.
Daisy: "Ho gettato fiori dalla mia finestra al branco di rinoceronti che marciava fiero sul corso. Mi sono unita alla loro corsa trionfale, ho voluto sentirmi come loro. Poi, ho conosciuto l'esaltazione della guerra e l'abisso della storia e, infine, è arrivato il tempo del dolore stupefatto, della fatica della ricostruzione della mia identità. Basterebbe questo, caro Berenger, per spiegare il mio silenzio alle tue missive, ma non è tutta la verità"

Daisy, s'interrompe, si alza e si dirige lentamente a passeggiare tra gli spettatori, lasciando il foglio sulla sedia.

Daisy: "E le brave bambine non dicono le bugie, no? No, la verità vera è altra. Non ti ho mai risposto perchè tu, così diverso dai portatori di rinocerontite, eri anche così uguale nei clichè dei comportamenti umani. Berenger, tu hai cercato di parlarmi, di spiegarmi, di farmi capire; ma, dimmi, hai mai provato a capire me? Nei tuoi soliloqui, anche quelli delle tue missive, parlavi, raccontavi di ciò che ti accadeva e di ciò che pensavi, ma tu, Berenger, mi hai mai ascolatata? Mai provato a chiederti perchè il fascino dei rinoceronti si è insinuato in me? Perchè mai io avessi bisogno di essere salvata? Non c'erano solo le mie parole a spiegarlo, ma anche i miei silenzi. Mi hai lasciata libera di volare, dici? Ma sei sicuro che questo tuo nobile gesto, non sia stato invece l'egoistico desiderio di vivere i tuoi stati interiori senza interlocutori? Ti avrei risposto, anche sotto i bombardamenti, se solo in una delle tue lettere avessi trovato un cenno di ascolto verso di me, un tentativo di capire? Ma tu Berenger volevi vedere in me solo la piccola Daisy, che cerca di capire, ma non può farlo per i suoi limiti borghesi. A differenza di ciò che qualcuno dice... non siamo nati per soffrire. No, mio caro, noi siamo fatti per cercare la felicità , nostra e altrui. In questo siamo diversi dagli animali e dai rinoceronti. Cosa fa un animale? Mangia e si riproduce, ma conosce la sofferenza perchè è preda o predatore. Invece, noi umani, sappiamo cosa siano il riso, la gioia , l'umorismo, la serenità"

Daisy si riavvicina alla sedia e gli si pone dietro con la mani poggiate sopra lo schienale.

"E spesso tali stati di grazia sono proprio gli altri a darceli: i nostri bambini, i nostri cani, le persone amate, quando sono felici..."

Daisy si risiede, dopo aver ripreso il foglio che tiene con una mano, distesa in basso.

"Ecco, io volevo questo, solo questo. Una felicità da scoprire insieme. Non solo amanti, non solo coniugi, ma compagni. E questo anelito al benessere, mi ha impedito una trasformazione completa, mentre tu, Berenger, sei stato più rinoceronte di quanto credessi...Daisy "

Daisy rimane seduta ed immobile sulla sedia. Sul palcoscenico solo la sedia di Berenger che è stato sostituito da una sagoma nera seduta. Dal fondo della sala, centrale, entra camminando lentamente Berenger. Una voce fuori campo riproduce la lettura di una sua ultima lettera a Daisy. Entra il Lettore, da destra.

Lettore: Berenger è morto da qualche anno e Daisy, oramai con indosso la neve degli anni, riprende una sua lettera, l'ultima della loro corrispondenza. Vi rilegge tutto l'amore che era stato e riconferma all'amato il proprio cuore, leggendo del suo. Alcuni sentimenti non hanno bisogno di ali per volare ed esistere, saranno eterni e potranno guardare cieli ampi, dove altre persone, e spicchi di luna privati, in appuntamenti forse mai avvenuti.

Il Lettore esce di scena, dalla destra.

Berenger: (voce fuori campo) "Ci sono idee che trascinano le persone verso un'apparente soluzione dei loro conflitti. Così -queste idee- vengono apparentemente"scelte"; in realtà sono adottate, sino a sentirle proprie.Vi sono amori che sopravvivono solo nelle macerie di quanto è stato e poi crollato; sono amori che non sanno sorridere, perchè non lo possono ed allora vengono custoditi ed a volte si diventa carcerieri e condannati insieme in quei castelli. Ci sono energie che si cercano fuori perchè dentro è vacante il luogo del coraggio e della speranza; così facendo non si è mai esploratori, ma clochard che rubano molliche di pane agli uccelli.Ci sono poi persone che si assumono tutta la responsabilità delle loro azioni; che si lasciano amare per quello che sono e non per quanto sono stati; che sanno lasciar andare anche l'ombra di quanto non è più, senza temere il buio.Entrambe le specie sono di razza "umana" ed hanno imparato a convivere nel mondo, bisticciando; chi considerandolo una torta dalla quale prendere la fetta più abbondante o arrendendosi a quella appena necessaria. Possono essere accettati tutti e riconosciuti parti di noi, questo potrà cambiare il nostro atteggiamento verso la guerra, fuori e dentro, cara Daisy.Mi rincuora pensare che sono pronto ad incontrarti di nuovo molte volte, dietro le colline degli anni che verranno od anche solo nel mio pensiero. Ti abbraccio, tuo Berenger"

Berenger esce di scena dal fondo della sala. Daisy si rianima. Il Lettore entra in scena da destra si avvicina lentamente a Daisy e le pone una mano sulla spalla sinistra.
Il Lettore: Daisy. "Oggi ho riletto ancora l'ultima lettera che Berenger mi mandò. Si è fatta trovare mentre frugavo in uno dei miei disordinati cassetti, senza gli occhiali, alla ricerca delle mie pillole per dormire. Si è presentata sotto la mia mano e io l'ho presa. Nonostante l'assenza degli occhiali, sono riuscita a leggerla; a cosa mi sarebbero serviti gli occhiali se ormai la so a memoria? "
Il Lettore esce di scena dalla sinistra.

Daisy: (restando immobile, voce fuori campo) "Berenger carissimo, forse solo oggi ho capito quello che non era scritto, ma solo sottinteso. Per anni, mi sono soffermata sull'ultima frase, quando mi dici che solo le colline degli anni ci separano e che potresti incontrarmi molte volte ancora, reale comunque nel tuo pensiero.. Quanto mi ha fatto soffrire quella frase, soprattutto quando ho saputo che non mi avresti incontrato mai più su questa terra. No, caro, non è la stessa cosa incontrarsi dentro una collina o solo nel tuo pensiero. Forse per te. Incontrarsi nei tuoi pensieri è la conseguenza del nostro amore, non è viverlo. Io volevo esserci, abbracciarti , sentirti parlare o stare in silenzio; volevo essere con te persino senza pensiero. Oggi, con il barlume di saggezza che mi regala questa mite vecchiaia, sorrido di quella rabbia"

Daisy inizia a piangere.

"Conosco un tassello in più del puzzle caotico della vita umana. Qualunque cosa ci accada nella nostra esistenza, giusto o sbagliato, è solo nostro, è solo per noi. Che si conservi dentro di sè un amore sepolto tra le macerie del cuore o non si sia mai conosciuta la gloria dell'azione, non si possono mai prendere le distanze dalla nostra storia. Si deve, credo, riconoscere sempre il miracolo della varietà del mondo, delle persone, delle situazioni. Il rimpianto di non averti capito, di non averti cercato, di non averti ritrovato ha lasciato il posto a una nuova consapevolezza. Questa è la mia vita, la mia storia!! Le scelte che ho fatto e non fatto sono state quel che sono o volevo essere. Ho conosciuto la guerra e il crollo del mondo di cartone a cui ero destinata. E pensare che avevo paura dei tuoi pensieri , caro Berenger, perché non davano certezza e futuro! Avessi saputo allora, ai tempi dell'epidemia, quante verità sarebbero crollate...Oggi sono una matura e tranquilla signora"

Daisy esce di scena, lasciando vuota la sedia.

"Voglio scrivere ancora tante pagine del mio diario. Cerco di capire, di conoscere, di ricordare, ma anche di fare progetti. Coltivo rose perché voglio vederle fiorire ancora nella prossima primavera. O meglio, spero che fioriscano; se non lo faranno pianterò le dalie. L'importante è che io sia lì a seminare. Ti penso ancora Berenger, ogni volta che nei miei vasi arriva un'erba nuova, il cui seme è arrivato con il vento"

Si spengono tutte le luci di scena.

FINE
Foto: Dramatherapy, Rhino-Puzzle, CDIOT 2009

3 commenti:

Eleonora Baldwin ha detto...

Grazie del tuo ampio commento sul mio blog. Forse la via è quella, come dici tu di "let myself in"

ci proverò

Ciao

Anonimo ha detto...

@Gianni

Che serata... Ci stiamo divertendo, e ogni volta scopro lati del mio carattere
che non conoscevo. E' divertente e faticoso al tempo stesso.
La cosa che mi sorprende è che per due volte di fronte ad un'immagine
femminile forte - una puttana ed una donna innamorata- non ho avuto nulla da
dire ne sapere cosa fare. Mi sono lasciato condurre, inerme ma per nulla
impaurito. Eppure in passato ho sempre condotto io il gioco, e le donne che ho
avuto, tutte indiscutibilmente bellissime, mi hanno dato estrema
considerazione riconoscendomi il ruolo di maschio.
Fermo restando che nel quotidiano ho una serenità e una ritrovata gioia che
fa scivolare tutto ciò che vivo con naturalezza e senza fatica alcuna. Ci sono
clienti che mi fanno capire che gli piaccio, e la cosa non mi lusinga più di
tanto. Io che sono vissuto nella conferma dell'altrui considerazione...
Il vecchio Gianni non c'è più, e quello nuovo? Sicuramente bellissimo e
tranquillo.

Come ti avevo detto, un'altro finale alla risposta di Berenger, volutamente
poco approfonditi certi passi, con l'aggiunta di una frase finale per
concludere. Il resto lo avevo abbozzato il giorno stesso per poi optare sulla
prima.

Ora i saluti...Bene bene, siamo troppo forti... Ciao e grazie per l'impegno
che ci dedichi.

Anonimo ha detto...

@ Gianni
Berenger risponde a Daisy.

“Le lacrime di un amore”

"Volevano condividere le difficoltà e le gioie della vita, aiutandosi a vicenda a portare pesi più o meno grandi, consapevoli della diversità dal resto del Mondo.
Cominciarono ad avvertire chiaramente la diversità dagli altri, quella volta che la sorella maggiore del maggiore Culin Culianu subì la trasformazione.
Tutti si preoccupavano più di sé stessi che della Signora Culin, torturata dai rinoceronti ed ormai in piena trasformazione.
Fu lì che capirono.. Capirono di esser fatti l’uno per l’altra, di condividere ansie e aspettative, di essere in sintonia sulle cose che ruotavano intorno a loro.
Si promisero amore, Amore con la A maiuscola, proprio perché a prova di rinoceronte.
Amore in grado di dar vita ad una nuova razza di esseri umani, immuni dalla rinocerontite, difficili da governare perché più liberi, ma proprio per questo più veri e soprattutto non violenti..”

No, purtroppo cara Daisy questa storia non ha un lieto fine, come le favole che leggevamo da bambini. Tu hai scelto la strada maestra, quella in cui i rinoceronti marciavano verso la devastazione, lasciando il sottoscritto in un vicolo cieco, con il dubbio perenne di non aver fatto abbastanza già dal primo giorno. Io, il più “anormale”, che di colpo presi coscienza di ciò che stava avvenendo…
“ E lei Berenger.. che cosa faceva?” Le parole di Dudard hanno continuato a risuonarmi in testa per gli anni che seguirono, ed oggi…
Oggi sei qui ad accusarmi di essere un rinoceronte, di non aver saputo dare abbastanza al nostro amore, di non aver voluto dare abbastanza al nostro amore, ed ancora una volta chi gira i tacchi e se ne va, ha poi la presunzione di dire: “Potevi fare di più e meglio”.
Mi sono spaccato la schiena, per dimostrare agli altri di essere uno “forte”, ho corso in salita allenandomi duramente per essere pronto alla lotta, ho capito poi, che non tutto era “giusto”.
Come sempre ne ho pagato le conseguenze in prima persona, non sono andato a cercare un capro espiatorio, e chiuso nel vicolo non sono rimasto a piangermi addosso, ma ho cercato nuove strade. Soprattutto non la strada maestra e comoda delle rinocerontiche promesse di cartone, quindi non penso di meritare la tua acredine.
Certo, a volte penso che poteva andare diversamente tra noi, e la tristezza appesantisce il mio cuore.

Ancora una volta Daisy ti riveli, purtroppo per quello che sei. Una inguaribile sognatrice, plagiabile e provinciale, risultato inconfondibile di un mix di stereotipi e condizionamenti al servizio dell’altrui potere.
Berenger"

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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