Siamo nel mezzo della costruzione "fisica" del nostro lavoro, la libera traduzione de "Il Rinoceronte" di Ionesco per il Creative Drama & In-Out Theatre (CDIOT) ed il Kamikaze per l'Atelier, decimato peggio che dalla guerra! Anzi, diciamo che dalle ceneri del primo ha trovato forza e slancio proprio il CDIOT -con un gentile pensiero a tutti coloro che comunque ci hanno seguito sino a qualche tempo fa...Lavoro fisico, perchè quello della riflessione, nel corso del quale ha lavorato impietosamente il processo drammaterapico, è già avvenuto. In un post recente, ho alluso alla necessità di riposare perchè è questo che avviene. Il processo ti attraversa, usando i tuoi umori e ricordi, alleandosi alla tua personale nevrosi e, una volta sul banco degli imputati, bisogna combattere ambiguità e distanza da noi stessi. Un lavoro duro, che usa lacrime e sorrisi, ammiccamenti di lusinga e paure, ma ad un certo punto tutto ha una sua "straordinaria" quiete. Non ci sono più parole, pensieri, ci si sente persino diversi in alcune cose, ma desolatamente improduttivi. L'ho già detto, è il momento dell'incubazione del processo artistico e creativo, un silenzioso luogo che si conosce popolatissimo e, tuttavia, si osserva spogliato di presenze. Qualcosa che vi sto aiutando a conoscere, per non cadere nell'equivoco di un processo "involutivo" precoce!
Allora, si ha bisogno di far riposare il calcolatore centrale e passare al lavoro manuale dell'aggiustamento dei pezzi del puzzle preparato che -badate- non sono le scene, ma le tematiche sviluppate in itinere. Per me che vi dirigo è differente; se vi ho aiutati, sostenuti e provocati nella fase precedente, ora inizia il lavoro di eleborazione che porta alla stesura finale del vostro testo; non quello scritto su queste pagine -a parte poche eccezioni- ma piuttosto alludo ai singoli e gruppali percorsi dell'incontro con il soggetto, i personaggi, le situazioni. Tutto è stato già scritto dentro voi, si tratta di ripescarlo come in un archivio e metterlo in scena, attraverso il lavoro di lettura o memoria, a seconda dei casi e, cosa preziosissima e difficile -lo so-, farlo abitare "coerente" nel vostro corpo...nei gesti e movimenti, persino nell'immobilità -sempre apparente dell'anima.
Speravate in buone notizie? In qualche modo...sì...ora meno straziante drama, ma comunque responsabilità nell'indossare l'abito del personaggio, scoprendo di essere voi stessi, in una rinnovata amicizia con le cose.
Un abbraccio ai miei attori, preferiti (certo, siete voi!).
Director
Foto: Dramatherapy, Dramatherapic Action, Rodolfo, Piece Drammaterapica di E. Gioacchini, Dicembre 2006
Foto: Dramatherapy, Dramatherapic Action, Rodolfo, Piece Drammaterapica di E. Gioacchini, Dicembre 2006
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