@ Director
Allora, il conduttore della situazione, il director -inserito nella dinamica di quel sistema in movimento- può essere inteso come un direttore d'orchestra, dove quest'ultima è assolutamente appropriata e capace di eseguire la propria "storia", di esperirla distinta, confusa ed in costante dialogo con quella del personaggio. Ad egli spetta il compito di articolare la sequenza degli strumenti, usare della "sincronicità" degli eventi che occorrono, sapendo utilizzarli nell'ottica di un processo mai prestabilito, nè prescritto. Eppure usando di prescrizioni, di regole, e sollecitando il processo creativo del gruppo.
Foto: Christmas Party, foto di scena, CDIOT 21 dicembre 2009
Se nella psicoterapia della famiglia, spesso il setting rivela urgentemente l'aspetto di una "danza" che si sta svolgendo in quel gruppo definito, secondo regole articolate, ma invisibili -dice Whitaker-, potenti quanto utilizzabili.Tentiamo di appropriarci del concetto e di proiettarlo nella realtà della drammaterapia. Qui, il processo drammaterapico "suona" una musica che partecipa degli elementi individuali e gruppali insieme e può essere visto come un "movimento", anche questo articolatissimo, che coinvolge i partecipanti nella presa d'atto che qualcosa si muove tra "dentro" e "fuori", danzando alla ricerca di una nuova definizione semantica del "confine". Ed il concetto di "confine" è fondamentale nella comprensione di qualsiasi processo che appartenga alla mente, in quanto "organo" di regolazione dell'attribuzione di senso.
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