Il Potere può essere una grande bugia, come anche la nostra debolezza, fragilità, paura. Il fatto che i sentimenti "funzionino", che alcune "bugie" siano motori potenti, anzi...pieni di una sottesa energia che li rende a volte scivolosi come pareti di terzo grado...non toglie ad essi la caratteristica di poter essere -se sono bugie- al posto di altro... e di funzionare. Frequentemente noi siamo in collusione con grandi bugie e la condivisione tra molti rafforza l'idea che questo possa non fare scandalo, in noi -nel Rinoceronte di Ionesco stiamo processando la Big Lie.
Vi dicevo, ieri, che l'intenzione di raggiungere un obiettivo si può perseguire per due strade, ambedue nevrotiche, ma con un'importante differenza. Entrambe sottendono la bugia che vivere di più, più pienamente, sia un efficace mezzo per "ingannare" la deriva inevitabile della nostra esistenza. D'altra parte anche la dichiarata incapacità di fare alcun sforzo per "migliorare" la propria condizione può nascondere una grande bugia. Torniamo all'idea del successo, qualunque sia il campo in cui lo vorremmo praticare...Quanto, questa idea di successo, ha bisogno di noi e quanto degli altri? Quanto quindi appartiene alla nostra valutazione o a quella del mondo? Il bisticcio sembra essere infinito...e nel timore di leggervi ancora una volta l'idea -unica reale- di finitezza del mondo, finiamo per dirci bugie...e scegliamo la strada più "indolore", come se questo potesse essere evitato "all'infinito"...
Vi dicevo, ieri, che l'intenzione di raggiungere un obiettivo si può perseguire per due strade, ambedue nevrotiche, ma con un'importante differenza. Entrambe sottendono la bugia che vivere di più, più pienamente, sia un efficace mezzo per "ingannare" la deriva inevitabile della nostra esistenza. D'altra parte anche la dichiarata incapacità di fare alcun sforzo per "migliorare" la propria condizione può nascondere una grande bugia. Torniamo all'idea del successo, qualunque sia il campo in cui lo vorremmo praticare...Quanto, questa idea di successo, ha bisogno di noi e quanto degli altri? Quanto quindi appartiene alla nostra valutazione o a quella del mondo? Il bisticcio sembra essere infinito...e nel timore di leggervi ancora una volta l'idea -unica reale- di finitezza del mondo, finiamo per dirci bugie...e scegliamo la strada più "indolore", come se questo potesse essere evitato "all'infinito"...
La drammaterapia? Considerate che nel processo drammaterapico abbiamo il virtuale potere di prestare i nostri "abiti" più nascosti al personaggio. Nel teatro "drammaterapico" la moltiplicata responsabilità di farne "dono" allo spettatore -come nel teatro-, andando a processare quella delicata operazione con il proprio narcisimo, il pudore, la vergogna. Dicevo...potere virtuale, perchè anche la "mente" è virtuale, come il sogno e la speranza, il desiderio e la paura ed eppure così legata a questo corpo che la sollecita e ne è sollecitato, al punto di essere un'imprescindibile unita mente-corpo, senza distinzioni o separazioni. La coscienza di questo stato di cose, percepibile nella diversa esperienza di ognuno di noi, è l'unica virtuale realtà che vale, che ci appartiene, comunque si sia originata; probabilmente anche grazie alla paura, alla fuga, alla forza, alla debolezza, alla capacità di ingannare...il nostro predatore, ma guai, poi, credere noi stessi a quella bugia! E la drammaterapia ha la possibilità di rendere nudo il falso Sè, ovvero visibile. E di essere insieme un contenitore; accogliente di quello scandalo o della sua assenza -ieri ne abbiamo visti comunque di esempi- di permettere un dialogo "civile" -contrario di "conflittuale"!- con quanto di diverso e non conosciuto conteniamo, attraverso le nostre "bugie". Nessuna cittadinanza ingrata o irresponsabile a quanto ospitiamo nell'albergo della nostra casa. Ma, vi prego, neanche credere che, essendo nostra la casa, questo privatissimo luogo non funzioni spesso da fragoroso "albergo"!
Spartaco, smetti di fumare, a modo tuo, ma smetti, è un ordine -bugia!
Foto: Dramatherapy, The Rhinoceros, Dudard, CDIOT 2009
1 commento:
Rieccomi tra voi. Un pó frastornato e un pó dispiaciuto per non aver considerato gli appelli di Francesca. Scusa cara. E molto importante quello che hai fatto al di la del risultato. Comunque sentire qualcuno vicino nella nostra difficoltá non ci fa sentire soli. Sensazione che ho provato ieri sera dopo la telefonata di Gianni, non capisco che cosa significa per Gianni il gruppo. Gruppo? Non é una parola, é un insieme di persone che scelgono di starsi vicini e insieme per quello che possono fare un percorso. Caro Gianni come dice il Director, possimao trovare tutte le scuse che vogliamo, che ci siamo dimenticati, che non avevamo tempo, che avevamo tante cose da fare. E se dobbiamo credere al Director e non ho modo di dubitarne, che cosa costava comunicarmi che l'Atelier era stato spostato di un giorno? Non so cosa pensare. mi dispiace. E pure vero che la repsonsabilitá é mia di non essere la mercoledí. E lo stesso discorso: non é Francesca che mi fará smettere di fumare, ma sentire il calore di una persona vicino e molto importante lungo il percorso. Mi ritornano in mente le parole del Director: ci dimentichiamo quello che vogliamo dimenticarci e viviamo e abbiamo quello che siamo. Dopo che ho scritto questo commento ringrazio Gianni di essersi dimenticato di Spartaco che ne fará tesoro nel suo percorso. Nella difficoltá e nelle avversitá si prende la responsabilitá di se stessi senza scaricare sugli altri. Grazie a tutti.
PS Fumo la metá di quello che fumavo prima. Non é quello che voglio, ma é un pezzo di strada in avanti.
Posta un commento