Ieri un “saggio” -così si voleva che fosse- ci ha detto che la vita può essere vissuta “serenamente”. Non era un saggio addomesticato e nemmeno si creda che si tenesse a banchetto la sua iniziazione. Fiorentino di nascita, catapultato imprevedibilmente nel “setting” drammaterapico, dopo una breve ma intensa esperienza di light trance, il nostro amico è stato investito del ruolo di “saggio”, coì impudentemente! Non eremi fisici intorno, probabilmente fantasie ed alla domanda “…tu guardando lui – ci si rivolgeva ad un altro dei partecipanti, ad Azzurro- quale consiglio daresti? Guardandolo negli occhi e permeando la tua persona della sua presenza sensibile –non solo quella fisica, che noi usiamo quasi sempre maldestramente come involucro- che cosa sentiresti di dirgli?”, egli ha parlato. Non abbiamo visto l’estemporaneo ospite chiedersi se si sentisse un saggio; né se potesse o meno dare un perfetto consiglio ad un perfetto sconosciuto. Piuttosto, i suoi occhi ci hanno tradotto un moto dell’anima che con tranquillità, ma responsabilmente, cercava tra le pieghe di quel viso davanti qualche segnale; almeno un ciotolo scomposto dal ciglio della strada su quel ciglio di espressione, che indicasse il passaggio verso l’interno, sconosciuto, probabilmente anche a egli stesso. Quando un bimbo gioca, è una cosa estremamente seria; sorride il bambino in noi, mentre l’osserva, ma questo non toglie alcuna importanza a ciò che sta avvenendo. Abbiamo osservato -son sicuro non solo io- e avvertito che qualcosa stava avvenendo. Non vi è stata alcun “in verità, in verità ti dico” che investisse di apodittico significato quello che si svolgeva, ma certamente a quella “serenita” ci siamo sentiti esposti, provocati, un po’ tutti. Poi, con il garbato aiuto di un’altra partecipante – e dico garbato perché quando Neko si muove, lo fa con quel tipo di attenzione che usano i buddisti, quando camminano scalzi, per il sacro timore che ha l’anima… che possa, il corpo, calpestare qualche compagno di viaggio su questo pianeta, un animale, un fiore…-, Azzuro ha posto una sua domanda al saggio dinnanzi: “Quale confine esiste tra l’amore e la rabbia?"
Un lungo, denso istante di silenzio e la risposta è stata: “Non vi è confine tra l’amore e la rabbia…nò, non esiste confine tra i due sentimenti”. Può esservi amore ed insieme esistere la rabbia. La risposta del saggio ridefiniva la domanda, non vi si piegava solerte a decretare ed annullava l’idea di confine. Nè sembrava esservi un confine tra i due. Anche qui, un’onda di invisibile “assoluzione” direi, anche fuori del tempo, per una realtà che riguarda nel più intimo ognuno di noi. Ricordate quando in Rodolfo una scena descriveva l’amore della madre che difende rabbiosamente il figlio dalla furia cacciatrice dell’orso?
Un lungo, denso istante di silenzio e la risposta è stata: “Non vi è confine tra l’amore e la rabbia…nò, non esiste confine tra i due sentimenti”. Può esservi amore ed insieme esistere la rabbia. La risposta del saggio ridefiniva la domanda, non vi si piegava solerte a decretare ed annullava l’idea di confine. Nè sembrava esservi un confine tra i due. Anche qui, un’onda di invisibile “assoluzione” direi, anche fuori del tempo, per una realtà che riguarda nel più intimo ognuno di noi. Ricordate quando in Rodolfo una scena descriveva l’amore della madre che difende rabbiosamente il figlio dalla furia cacciatrice dell’orso?
“La lotta più vera che esiste, avvenuta da sempre su questo pianeta; la guerra più giusta e necessaria, dove è concesso l’odio, e persino il desiderio del sangue dentro la tua bocca, l’assenza d’ogni paura, la forza dell’unico vero e giusto che dimentica fatica e scaglia nell’aria l’urlo rabbioso di vedersi sottratto un figlio…
Non solo gli uomini uccidono per godere. Sembra che il privilegio del sangue sia dare la vita e spingerti a sottrarla…un grande nastro ferale, rosso, non sempre lungo tra le carezze calde di una madre ed il cibo ancora caldo e umido per i propri piccoli, la promessa della vita, il sognante gioco impassibile dell’esistenza!”.
Questo contradditorio mix di sentimenti lasci lo stupore all’aurora boreale, lo riservi per le cose più intime e preziose che cuciono la tua scoperta tra il dentro ed il fuori…basta ascoltare ed a volte in silenzio, per la comprensione di cose che alla saggezza non chiedono rappresentazione.
Grazie amico, la mi porti un bacione a Firenze!