@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

venerdì 19 novembre 2010

Drammaterapia, Barbablu: Prologo , la fiaba


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PROLOGO

UNA PRIMA BAMBINA ENTRA IN SCENA, DAL FONDO DELLA PLATEA A SINISTRA, PER LA LETTURA DELLA FIABA, FACENDO DEI LUNGHI E TORTUOSI PERCORSI TRA GLI SPETTATORI E LASCIANDO CADERE UNA TRACCIA DI CARAMELLE PRESE DA UN SACCHETTO CHE HA CON SE. DOPO SETTE SECONDI, UNA SECONDA BAMBINA LA SEGUE –È PIÙ PICCOLA DI ETÀ. LA PRIMA BAMBINA RAGGIUNGE IL PROSCENIO, IN POSIZIONE CENTRALE. ANCHE QUEST’ULTIMA, APPENA RAGGIUNGIUNTA LA PRIMA, LA OLTREPASSA E LASCIA CADERE DELLE CARAMELLE, DISPONENDOSI QUALCHE METRO LONTANO DALLA PRIMA BAMBINA, PIÙ IN INDIETRO, SULLA SINISTRA. LA PRIMA BAMBINA, DOPO AVER RECITATO LA PRIMA PARTE DELLA FIABA, PARTENDO DA UN LENTO CAMMINARE, INIZIA UNA DANZA (M2 VIVALDI - THE FOUR SEASONS "WINTER" / LE QUATTRO STAGIONI "L'INVERNO", GIULIANO CARMIGNOLA). LA SECONDA BAMBINA, TERMINATA LA FIABA, SI UNISCE ALLA PRIMA. ENTRAMBE ESCONO DI SCENA TENENDOSI PER MANO, MIMANDO DI DIALOGARE TRA LORO E TORNANDO SUI LORO PASSI D’INGRESSO.

1° Bambina - C'era un a volta un uomo tanto ricco quando brutto. Egli possedeva palazzi in città, ville in campagna, scuderie piene di cavalli, forzieri colmi di monete d'oro, ma aveva la barba blu, una barba che gli dava un aspetto così terribile che tutte le ragazze scappavano non appena lo vedevano. Aveva già chiesto la mano di parecchie fanciulle, poiché desiderava sposarsi; ma tutte lo avevano rifiutato. Tuttavia egli non si stancava e continuava a cercare moglie. (...)
1° Bambina - Hai adoperato la chiave che ti avevo proibito di usare? Vuoi restituirmela, ora? La ragazza porse la chiave con mani tremanti, e Barbablù vide subito che era macchiata. - Perché c'è del sangue su questa chiave?
2° Bambina - Proprio non lo so…
1° Bambina - Ebbene, lo so io! (gridò ferocemente l'uomo) Tu mi hai disobbedito e sei entrata nello stanzino. Perciò vi ritornerai, e questa volta per sempre, perché io ti taglierò la testa e ti metterò a fianco delle altre donne che furono curiose come te.
2° Bambina - La povera ragazza a quelle parole divenne pallida come una morta e si buttò in ginocchio: - Perdonatemi! (singhiozzo) Io non lo dirò a nessuno ciò che ho veduto.
1° Bambina - Tutte le donne sono pettegole così come sono curiose; solo quando ti avrò tagliato la testa, sarò veramente sicuro che non parlerai.
2° Bambina - Vi prometto che vi obbedirò sempre! Vi prometto che non dirò una sola parola.
1° Bambina - (Barbablù ridendo sgangheratamente, disse) Ti ho veduto alla prova! E adesso sono stanco di ciarle: vieni con me perché la tua ultima ora è suonata.

 segue esegesi critica del testo (...)

Tutta questa piece è costruita su tre tematiche fondamentali: il rapporto dell'individo con il Destino, l'influenza parentale su quest'ultimo, e la relazione con l'oscuro. Esse si affacciano costantemente nei dialoghi tra i personaggi, in modo diretto, ma pervadono sempre l'opera attraverso l'uso simbolico materico o interpretativo delle scene. Il prologo è l'inizio della storia, la narrazione della fiaba, una fiaba capace di condensare storia, leggenda e motivi psicologici dell'umano, che, questa volta è letta da due bambine agli adulti. Le bambine sono vestite dello stesso abito (un tubino bianco strisciato con un motivo alla Mondrian) che nel prosieguo della piece indosseranno le tre interpreti dell'ultima moglie di Barbablù: intuibile simbolo di destini che debbono diventare consapevoli per davvero sottrarsi all'epilogo della storia. Il rovesciamento nella committenza del dato sta a simboleggiare il ritorno  del mito alla sua origine, lì da dove è scaturito, dalla vicenda umana che ha tradotto in racconto epico, in favola, una realtà condivisa. Ed ancora questa, ora è condivisa con uno scambio delle parti tra narratore (deu bambine) ed ascoltatore (il pubblico). La scelta delle narratrici è al femminile in questo inizio (poi cambiera lungo la piece), proprio a significare la lettura della vicenda attraverso il vissuto di Rebecca, l'ultima moglie di Barbablù, scampata "fortunatamente" al proprio destino. L'azione delle due piccole interpreti (la seconda più piccola della prima perchè sia enfatizzato il concetto di percorso vitale dentro la storia) inizia tra gli spettatori, lì dove la vicenda ha potenziale svolgimento (quante Rebecche tra loro), ingenuo travestimento (quanta finta realizzazione), subdolo mascheramento (quale oscuri segni). Proprio questa partenza dal luogo delle origini, questa umanità seduta che ascolta ed osserva quanto avviene, con l'impotenza e la contestuale possibilità di cambiare, istruisce di senso l'apertura del prologo. Le due bambine camminano tra il pubblico, come a sorgere tra quello, dall'infanzia mitica, misteriosa e fertile insieme del gruppo umano riunito. Lo spazio tra interprete e spettatore è sin da questo inizio annullato, capovolto  rispetto alla logica razionale: il vero spazio sarà quello annullato o reso grande dalle resitenze identificative semmai. Procedono, lasciando dietro di loro una traccia, delle caramelle, dei segnali per un possibile ritorno, che vedremo sarà negato. Sono segni di zucchero, dolci come l'età dell'infanzia, come quell'ideale del bambino/purezza/ingenuità/incanto che esiste celebrato in ogni cultura, laica o religiosa. E tuttavia, destinato ad essere sconvolto (l'deale) dal fisiologio passaggio verso il disincanto delle successive età dell'uomo. Nel momento del ritorno, dopo la lettura della fiaba, e la danza della vita sulle note del "traumatico" inverno di Vivaldi, i segnali a terra saranno stati mossi o perduti, resteranno forse nascosti dietro l'ombra più pesante dell'esistenza che seduta le osserva, che poco può fare perchè ogni pericolo sia scongiurato. L'epifania di possibili tragedie o speranze è tutta lì, è annunciata, nella forza del ritorno o forse quella, più potente, dell'esplorazione di altri universi, destini possibili.

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DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

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