- @ da NIna
A proposito di "Ali: Accadde Davvero...Irina Arkadina..."
"Madri e Figli"
Debbo davvero credere che quel cucciolo capriccioso, rabbioso, impulsivo senza logica –come se l’impulsività fosse dettata da un movimento di pensiero raziocinante–, sia Kostja? Kostja e l’ozio risulterebbero dunque molto più apparentati che egli stesso con Irina Arkadina.
Ozio: termine grosso, che rimanda ad una persona sfaccendata, inoperosa, ricca di superfluità. Esso ha la caratteristica di portare l’individuo ad uno status “abituale” e "infingardo” (Zingarelli). Kostja è povera cosa. Accadde davvero che Kostja non fosse amato da una madre “brava, buona, amorevole”, incapace ad assolvere quel ruolo d’eccellenza genetica che Madre Natura le consegnò. Scienza e Natura, per la prima volta, dovrebbero essere indagati insimbiosi.
Vero: è accaduto nella realtà cechoviana del Gabbiano. Continua ad accadere nel presente storico che viviamo. Tuttavia voglio porre una domanda d’urto:
credete sul serio che tutte le madri riescano ad essere madri perfette?
e tutti i figli generati, perfetti figli? Dov’è scritta questa regola universale: nel DNA?
Essere madre, essere figli non sono mestieri da impararsi nella bottega del mastro artigiano. Una madre non è un mostro solo perché quel ruolo non le appartiene o è incapace d’affrontarlo o non ne possiede la naturale, felice attitudine. Qual è la storia personale di una donna come Irina, una donna che non vogliamo perdonare ma solo demonizzare?L’eredità familiare può non aver donato figure supplementari o di restituzione. L’eredità familiare è il substrato d’ogni mancanza affettiva: impari ad amare se qualcuno te lo insegna. Una madre può aver avuto la propria –assente. Dovremmo scrutare il passato di molte Irine, allora… Arrivare all’oggi, in un presente storico che sembra decisamente carente nell’offrire un panorama gratificante.
"Madri, dove siete?"I
Irina Arkadina: essere inutile, viziata, ricca di superfluità, infingarda. Irina Arkadina propone questo modello a Kostja. Cechov propone due fantocci speculari. "Madre, dove sei?" Lei vacilla d’inconsistente vanità; ama Trigorin sapendo che forse è amata-ad-intermittenza. Kostja si tormenta errante nella casa-spettro degli amori mai bastanti. Abituato a decantare con lo spleen esistenziale, la privazione ombelicale, nonché l’eterna Nina Zarecnaja. Il centro del mondo si nega: quale mondo, poi? Quello decadente di fineOttocento in Russia? Questa Russia gelida sopravvive a temperature sotto la soglia umana.Questa Madre Russia è confinata tra le steppe e i GULag. Questa Russia sogna calore, un Sole benevolo che la partorisca dai suoi mulinelli sterili. Anche essa ha un preciso destino: la geografia della distanza incolmabile col resto del mondo.Nel 1896 Madre Russia faticava ad andare avanti. Eppure ha generato molti figli.
"Figli, ora e sempre, dove volate? Dove siete?"
Foto: "Chekhov_Masha_and_Mizinova"
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