Venerdì 2 Dicembre, a partire dalle 20.30, il Nuovo Cinema Aquila propone una serata di raccolta fondi per la ONLUS italiana ‘Il Sorriso dei miei bimbi’ -che lavora nel cuore della più grande favela del Sudamerica, Rocinha, a Rio de Janeiro– e per il loro Projecto Jovem.
27/11/2011 - "Il Sorriso dei miei Bimbi” si occupa, in Brasile, di educazione infantile e formazione giovanile: in favore dell'infanzia e dell'adolescenza bisognosa, abbandonata, bistrattata, trasmette ogni giorno l'antidoto della conoscenza a chi viene sistematicamente negato per distinzione di razza e provenienza sociale. Nell’arco di dieci anni si è conquistata il rispetto e l'affetto della comunità di Rocinha, che oggi si stringe attorno al loro lavoro. Per sostenere le loro iniziative contro povertà e abbandono, e promuovere assieme a loro il diritto alla vita, anche il Nuovo Cinema Aquila ha voluto esserci, mettendo in atto una serata di raccolta fondi (versamento minimo: 10 euro) e chiamando all’appello diverse altre realtà artistiche e culturali (nel campo del teatro, del cinema e della fotografia), sensibili a urgenti tematiche sociali riguardanti il nostro paese, ma in un certo qual modo affini a quelle che la ONLUS si trova quotidianamente ad affrontare a Rocinha.
La serata si aprirà alle 20 con la proiezione di un breve video che testimonia le attività del PROJECTO JOVEM, presentato dal direttore del Nuovo Cinema Aquila Fabio Meloni, dal Presidente della ONLUS Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione Mario Monge e dal segretario italiano de “Il Sorriso dei miei Bimbi” Lorenzo Lipparini.
Alle 21 sarà il momento del teatro, con il Creative Drama & In-Out Theatre e il loro notevole esempio di Cinema-Dramaterapia: la pièce SONIA, IL RESTO DELLA MIA VITA… OVVERO OLTRE I POSTI DELL’AMORE, scritta dallo psicoterapeuta E. Gioacchini e F. Pitorri e diretta da E. Gioacchini. Gli interpreti sono Sabina Bocci, Tonina Cavaliere, Gianni De Angelis, Giuliana Falaschi, Maria Frasca, Carmen Tufo, Dalila Muntoni, Gagliardi Livia, Pino Gencarelli, , Lucrezia Gioacchini, Paolo Nardella, Angela Ronconi, Spartaco Pelle e Giulio Zavagnini. Dense le implicazioni, qui esplicate dalle parole del regista stesso, che pervadono il percorso tutto mentale che ci avvicina a Sonia, ennesimo esempio di gioventù abbandonata, che sogna di fuggire, prigioniera dell’illusione, come molti abitanti di Rocinha.
“Se cinema e teatro da sempre hanno preso vita dalle nostre storie ed a quelle rimandato, scavando nella nostra sensibilità e desiderio di essere ascoltati, nella drammaterapia e nella cinema-dramaterapia essi diventano strumenti capaci di evocare con forza, contenere con privatezza e ristrutturare verso l’autenticità. Perché nel teatro, ad esempio, non si può fingere di ‘fingere’ e lo smascheramento intenso e tuttavia discreto che ha luogo diventa dono verso se stessi e verso gli altri, come dice la lezione profonda di Grotowsky.
E’ con questa intenzione che la Compagnia del Creative Drama & In-Out Theatre mette in scena una sua drammaturgia, laboratorio aperto con il pubblico, performance che desidera muovere l’iconografia personale di chi performa ed assiste, attraverso riprese video e scene di teatro. Nessuna intenzione ‘terapeutica’, né saggio di teatro in senso stretto, ma le storie personali e invisibili degli interpreti che danno anima ai personaggi di una vicenda rappresentata, che si muove tra schermo e palco di una compagnia di vero ‘teatro drammaterapico’. Sonia è una giovane come tante, state e che saranno, schiacciata dalla responsabilità del vivere, senza aver ricevuto abbastanza per credere in se stessa. Al posto di questa credibilità nelle proprie energie, l’aspetto illusorio di idealismi e tentativi di vivere. SONIA, IL RESTO DELLA MIA VITA è il titolo della pièce ed è appunto quello che rimane e che può essere costruito a essere protagonista delle scene rappresentate. Il sottotesto recita …OVVERO OLTRE I POSTI DELL’AMORE, di quello non conosciuto, di quello ingannato. Una carezza può far male, se ne risveglia un’assenza troppo lunga o esistita da sempre. Eppure, non vi è via di mezzo: la strada avanti chiede di essere percorsa, con affanno, incertezza, ma non a ritroso. Persino l'inconscio, così incline sul lettino dell'analista ad avere il suo ‘momento di gloria’, parlando del passato, si esprime al presente e di quest'ultimo, in fondo, terrifica le vicende già vissute e le speranze intatte e tuttavia nascoste. Sonia apprenderà attraverso un faticoso percorso nella vita degli altri a conoscere ‘il resto’ della propria, a non nutrirlo solo in una maternità che consola, ma piuttosto che la sua identità.”
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