Oggi, uno dei "miei"... attori preferiti mi scrive su un'argomento apparentemete distante anni luce dalla drammaterapia; ma se poi pensiamo che il nostro (questa volta senza virgolettare!) CDIOT è essenzialmente "teatro sociale", si comprende subito che quest'ultimo...il sociale, non può non entrare prepotentemente nel laboratorio che lavora i nostri canovacci, perdendo quel vezzo narcisistico di poter pensare che il nostro quesito o problema individuale abbia una priorita assoluta o che che un'arte non sia "politica". Non dovrebbe essere "partitica", non dovrebbe essere serva di ideologie; ma se la politica è al servizio dell'individuo e del collettivo, ben venga l'arte che faccia riflettere! Vabbè...poi sulle avanguardie avrei molto da dire, ma anche da salvare...
Gianni ha scritto qualcosa che ben conosciamo, che ben ignoriamo, che ben esiste anche se noi non prendiamo posizione; che persino l'arte ha celebrato in capolavori del pensiero, prima ancora che dell'estetica (ma ahimè le lezioni americane di Benedetto Croce non le legge più nessuno!).
@ Gianni De Angelis
L’economia dei Paesi più industrializzati segna il passo e le conseguenze sono sotto i nostri occhi. E’ un’economia basata sullo “spreco” delle risorse, e il consumismo richiede di produrre in eccesso affinché la macchina economica non imploda. Le materie prime iniziano a scarseggiare, e i sostenitori degli O.G.M. sostengono che se non si produrranno colture selezionate, negli anni futuri milioni di persone soffriranno la fame. Gli altri!! Perché le nostre economie industrializzate nel frattempo incentivano i consumi e la rottamazione di auto ancora funzionanti o di elettrodomestici di vecchia generazione. In alcuni casi la giustificazione è data dal maggior consumo energetico o dal maggior inquinamento; comunque gli incentivi statali sono un aiuto alle grandi industrie che quando soffrono un calo delle vendite licenziano la manodopera. Giusto? Ingiusto?
Ho passato molte delle mie vacanze estive da piccolo, nel paese natale di mia madre, una frazione dell’entroterra marchigiano. Cultura contadina, attaccamento alla terra e alle proprie cose, amici veri. In particolare uno, Giovanni. Una specie di Rambo in miniatura, cacciatore di cinghiali, conosce e ama la montagna come pochi altri, ama e rispetta la natura perché conosce la sua forza. Con lui ho condiviso molto della mia giovinezza e tanti ricordi ci legano.
Giovanni ha moglie e due figlie, casa con il mutuo. Dopo vari lavori è entrato alla Merloni Elettrodomestici, (Ariston, Zoppas, Candy, ecc.) 20 km dalla nostra frazione; come lui tanti altri… Più di 20 anni di catena di montaggio. Da qualche mese monta i pannelli posteriori delle lavatrici.
Un giorno mi fa a bruciapelo
-Metto 2.250 viti a turno lavorativo più un tappino di gomma.
-Che stai a dì Giovà?-
…450 lavatrici per 5 viti, più un tappino.
Lo immagino seduto davanti al rullo che trasporta la lavatrice e lui con l’avvitatore in una mano e la scatola delle viti al suo fianco. Sgomento. Terrore. Ansia. Come fa uno così a resistere. Come può evitare la pazzia?
-Hai mai pensato di lasciare la Fabbrica?
-Adesso un po’ meno, da giovane sempre! Me lo sognavo pure la notte!
E gli occhi gli si inumidiscono.
-Come hai potuto resistere?
-Stando fuori dalla fabbrica il più possibile, tagliando legna e consegnandola con il camioncino, fabbricandomi mattone su mattone la casa della mia vecchiaia. Se non trovi un diversivo impazzisci, e io in fabbrica ne conosco…Ormai comincio a sperare in un anticipo verso la pensione o cose del genere, i primi che si vogliono togliere di torno siamo noi coi vecchi contratti.
In questo periodo è in cassa integrazione due giorni a settimana e spera negli incentivi, come sperano gli operai della Fiat e tutto l’indotto di queste enormi aziende. Proviamo a chiedere a queste centinaia di migliaia di persone se sperano che si consumi di meno? Si possono riscrivere leggi di macroeconomia senza tenere conto di sistemi ormai consolidati e rischiare di far danni enormi? E poi chi ne ha l’interesse? Gli industriali, le banche o le finanziarie che muovono capitali enormi?
Personalmente sono già quindici anni che ho collegato la mia lavatrice e la mia lavastoviglie all’acqua calda prodotta dalla caldaia a gas, consumando molta meno energia elettrica che se la caricassero fredda. Per la lavastoviglie nessun problema. Per la lavatrice c’è il piccolo inconveniente che il risciacquo avviene con l’acqua calda se non si spegne la caldaia, e si potrebbe ovviare se le aziende costruttrici prevedessero il doppio carico; pochi euro di spesa in sede di costruzione. In commercio oggi sono pochissimi modelli che prevedono il doppio allaccio, e sono modelli costosissimi, di “punta”. Mi sono dotato anche di un dissipatore di rifiuti –costa poche centinaia di euro e risolve il problema dell’umido- e faccio la raccolta differenziata.
Se vogliamo, possiamo risparmiare a livello personale e far bene alla natura. Se vogliamo...possiamo pensare.Se vogliamo farlo… Gianni
Foto: Modern Times, USA 1936
CHINA Xiantao Raccolta Rifiuti
3 commenti:
Carissimo Gianni, con intelligenza e acume hai messo in evidenza un punto chiave per le basi di una economia "altra". Ambiente, salute, rispetto, benessere sociale sono sempre legati. Ti abbraccio e grazie ancora
Maria Pina
Caro gianni conosco tanti miei amici in Sardegna che lavorano in fabbrica e adesso sono tutti in cassa integrazione..penso che siamo cresciuti con "la certezza" che se avessimo studiato avremmo avuto un lavoro "Sicuro" e avremmo avuto automaticamente la donna delle pulizie e la casa al mare...
Gianni un bel post e io vi seguo sempre, da lontano, ma sempre con affetto Rosanna
Amici, l'arrivo della primavera (che tutti speriamo prossimo) porta un bel rinnovamento a partire dal restyling del sito. Grazie Director
Posta un commento