@ Maria Pina
aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi "
(R. Descartes, Discorso sul metodo)
Quando ero una squattrinata studentessa, ho insegnato a lungo matematica ai ragazzi delle medie e del liceo. Davo lezioni private e la prima cosa che chiedevo all'allievo era : "Perchè non ti piace la matematica?".
Nove volte su dieci, mi sentivo rispondere "Non la capisco" . Allora la situazione era semplice: esercizi quotidiani, abitudine ai quaderni ordinati e costante monitoraggio sui progressi fatti.
Quando invece mi si diceva che la matematica era fredda e arida, allora la cosa si faceva complicata, ma aveva per me il sapore di una sfida all'ultimo sangue contro il pregiudizio planetario per dimostrare che matematica, logica e libertà di pensiero (intesa ANCHE come capacità di spaziare tra le idee, di elaborare concetti e rappresentazioni mentali) vanno a braccetto.
Quest'uomo che il director ci ha ricordato nel post precedente ha operato una delle opere più creative della storia umana: ha trasformato numeri ed equazioni in figure rappresentabili. La geometrica cartesiana, quella con gli assi delle ascisse e delle ordinate, è il trionfo della fantasia e dell'intuizione. E non è nata per caso: è frutto di lavoro mentale, di esperienza di vita, di formazione, di riflessioni, di sogni e intuizioni e ...di coraggio, tanto coraggio (notare il richiamo alla prudenza nel precedente video).
L'input che entra, viene accolto ed elaborato e viene restiutito in forma di filosofia, matematica, coscienza e consapevolezza. Cerco di accogliere ed elaborare utti gli "in" che vengono forniti; non dico che posso farli diventare una nuova frontiera della "scienza mirabile", ma farli diventare buon materiale di teatro, questo sì!!
@ Director
"Farò come un mercante di mele, il quale svuota tutto il cesto, temendo che qualche frutto sia marcio e vi rimette dentro solo i frutti sani" René Descartes
@ Director
"Farò come un mercante di mele, il quale svuota tutto il cesto, temendo che qualche frutto sia marcio e vi rimette dentro solo i frutti sani" René Descartes
Foto: L’homme de René Descartes, et la formation du foetus…,Paris: Compagnie des Libraires, 1729
Movie: Cartesio, di Roberto Rossellini. Con Ugo Cardea, Annie Pauchie, Gabriele Banchero, Gianni Loffredo, Claude Berthy, Vernon Dobtcheff Drammatico, durata 154 min. - Italia 1973.
1 commento:
Quando ho letto il precedente post mi sono chiesto: "Perchè Cartesio?" I miei studi non mi hanno fatto conoscere da vicino questo personaggio ma so che è considerato un grande filosofo e l'iniziatore della matematica moderna, ed allora sono andato a cercare di saperne di più, leggendo anche i collegamenti con la creatività, quale mix di intuizione e razionalità capace di produrre risultati eccezionali ed a volte inaspettati. Comunque una certa difficoltà mi è rimasta nel capire come entra Cartesio nel nostro teatro e al collegamento tra logica matematica e filosofia, ed ho provato a fare alcune considerazioni sul perchè il director ce lo ha "presentato".
Cartesio stabilisce un metodo per raggiungere il risultato scientifico e l'illuminata fantasia è frutto di un intelletto allenato, disciplinato e aperto a riflessioni senza pregiudizi, a prove inconfutabili senza idee precostituite o solchi tracciati da passaggi precedenti. Soprattutto ho cominciato a pensare che il coraggio di percorrere nuove strade non è il solo sforzo che viene richiesto. E' fondamentale la capacità di gettare via le nostre costruzioni mentali e con esse i fantasmi che vi albergano e che fanno da zavorra al perseguimento di qualunque risultato, perchè se la mente si muove ed agisce meccanicamente sotto la spinta compulsiva delle nostre paure, il percorso sarà sempre lo stesso, e non troveremo mai l'illuminazione necessaria al cambiamento. E ancora.. Un pensiero illuminato è una marcia in più a disposizione di ogni individuo per sottomettere la mente al proprio comando e non, come capita spesso, ad agire sotto l'impulso di una mente dominata da paure e pregiudizi. E allora diamoci da fare... Gianni
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