Attori del CDIOT e dell'Atelier Liberamente nella trance autogena, ancora in scena. "Blue Beard, To Want, To Need, To Be". Dicembre 2010 |
Nel Creative Drama (CDIOT) un'azione scenica può svolgersi a vari livelli di modificazione dello stato di Co, a volte nello stato di una trance non sempre visibile nell'aspetto fenomenico, ma che, all'interno del soggetto, contiene un sottile dialogo tra sè e la propria parte. Qui è esclusa la prescrizione Brechtiana del mantenimento di uno stato di critica su quanto è interpretato, mentre intenso è il ricorso all'immaginazione, con gli aspetti suggestivi che ne conseguono. Deve essere ricordato che l'uso della suggestione è inteso quale motore verso la scoperta, il risultato e non è fine a se stesso (serve lo spettacolo, ma non è quest'ultimo). L'interpretazione, come più volte ripetuto, infatti costituisce l'Io nell'azione recitante (drama) di una parte di sè e nessuna critica potrebbe allontanare l'attore da essa, se non a rischio di espropriarne una zona ormai abitata e conosciuta. Non abbiamo un attore al servizio di un copione o di un autore ed il dialogo tra questi, invece, segue sempre un profilo privato e gruppale originali. Proprio questa ricerca delle priuvate parti nell'opera, dei personaggi ancora non pensati, espressi, sollecita il meccanismo di modificazione dello stato di Co. Risultato è una azione performativa di un "possibile" Amleto, un Cyrano de Bergerac, la Signora Ponza del Così è (se vi pare), il Pulcinella che abita tutti, il Fantasma dell'Opera, consapevoli o meno.
Ma la speciale condizione di trance è anche utilizzata (vedi foto sopra) per aiutare il processo di sedimentazione di quanto esperito. Non vi è uno sperimentatore, ma un'esperienza che ascolta se stessa, in privato, dopo aver performato in pubblico. Le foto ritraggono gli attori dopo l'azione performativa, in un momento di raccoglimento, elaborazione e contatto emotivo con quanto dei propri fantasmi e creazioni ha abitato le scene ed il teatro poco prima.
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