Si sono appena baciati. Un bacio stretto tra le possibilità impensabili di due storie diverse ed un presente che li fa trovare a sfogliare un medesimo album di nostalgie e rimpianti. Ma non solo. Lei, Carla, con la sua carriera sempre pronta a colmare vuoti imbrogliati accuratamente, anche nei sabati del corso del “dolce al cucchiaio”. Lui, Corrado, un artista gay fin troppo artista anche nella vita, proteso ad interrogare l’esistenza che si specchia sulle sue tele, come un grande specchio che renda meno crudi fatti ed eventi lontani.
Ho faticato a staccarli dal consueto e dall’ovvio questi attori: quel moto verso l’abitudine di quanto si conosce già ed è facile usare come abito per personaggi solo apparentemente nuovi. Bravi gli interpreti e con la complicità dell’hypnodrama che facilità l’affioramento spontaneo di quanto sembra solo di improvvisare. E questo può produrre inganno. La reiterazione del proprio ruolo, di quelli che si immaginano possano essere i panni momentaneamente indossati, ma che, comunque, parlano sempre di noi.
Gesticolavano molto nel tentativo di nascondere l’imbarazzo dell’evento, non più parte, di diluirlo nella complicità esasperata di disegni e schizzi e tendevano vertiginosamente a farle ancora toccare quelle due teste. Nella realtà, forse, sarebbe avvenuto così ed anche in un teatro ossequioso della scrittura, ma sappiamo che quanto non riceve risposta, rimane lì a chiederla ed ad interrogarsi. E così Corrado si deve essere posto diverse domande, nei giorni seguenti, come anche Carla. Quesiti non sempre visibili che solo un successivo laboratorio potrà processare. Bravi ragazzi!
Ho faticato a staccarli dal consueto e dall’ovvio questi attori: quel moto verso l’abitudine di quanto si conosce già ed è facile usare come abito per personaggi solo apparentemente nuovi. Bravi gli interpreti e con la complicità dell’hypnodrama che facilità l’affioramento spontaneo di quanto sembra solo di improvvisare. E questo può produrre inganno. La reiterazione del proprio ruolo, di quelli che si immaginano possano essere i panni momentaneamente indossati, ma che, comunque, parlano sempre di noi.
Gesticolavano molto nel tentativo di nascondere l’imbarazzo dell’evento, non più parte, di diluirlo nella complicità esasperata di disegni e schizzi e tendevano vertiginosamente a farle ancora toccare quelle due teste. Nella realtà, forse, sarebbe avvenuto così ed anche in un teatro ossequioso della scrittura, ma sappiamo che quanto non riceve risposta, rimane lì a chiederla ed ad interrogarsi. E così Corrado si deve essere posto diverse domande, nei giorni seguenti, come anche Carla. Quesiti non sempre visibili che solo un successivo laboratorio potrà processare. Bravi ragazzi!