TALES & WALLS
FUGA DI GIOVINEZZA
[...] E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuol più seguirmi avanti
"Per quanto lontana mi sembri l'infanzia e, in tutto e per tutto, incomprensibile e favolosa, tuttavia ricordo esattamente come giá allora, nel mezzo di quella felicitá, ci fossero in me sofferenze e dissidi. Quei sentimenti erano allora, nel mio cuore di bambino, esattamente come rimangono per sempre: dubbi sul proprio valore, oscillazioni tra autostima e scoraggiamento, tra un idealismo che disprezza il mondo e un ordinario piacere sensuale..." (Animo Infantile, Hermann Hesse)
Vi sono corridoi che appartengono all’anima, prima ancora che al luogo fisico che li vede snodarsi tra i percorsi della vita. A volte ci appaiono improvvisamente, con la forte intensità di un dejavù ed invece di rapirci all’indietro, come fa il ricordo, ci danno l’ineluttabile convinzione che noi saremo sempre gli stessi su quella strada. Potranno cambiare i passanti ed arricchirsi gli incontri; resterà comunque nostro e ben conosciuto quel modo di curvare l’angolo, affrettare il passo, camminare radenti o distanti dal muro, che ha dipinto la nostra vita. “Animo Infantile” di Hermann Hess è un breve racconto che riesce ad eleggere il dato autobiografico a lirica universale dei sentimenti. Non serve ritrovarsi nei panni “sfortunati”, cosi ostinatamente sfortunati dell’autore, per cogliersi a partecipare stati d’animo che appartengono a tutti. La familiarità della sofferenza, del sentimento di vergogna e paura è attinto da un otre che la coscienza dell’uomo conosce a fondo. Giunge a sollevare lo spirito la fratellanza del sentire che il testo offre.
Nell’itinerario drammaterapico che compie qualche mio attore, assisto con lui a questo intimo paesaggio, dove egli è ospitato, con se stesso presente, alle tavole apparecchiate delle sue antiche vicende. Difficilmente si potrà cambiare quanto è stato, perché anche la più ardita teoria sulla spazio-tempo può presupporre annullato il primo e distorto il secondo, ma certamente non a cavallo di una macchina ai nostri comandi, a riavvolgere l’intimo nastro. Noi siamo anche ciò che andato storto. Tuttavia, questo è il privilegio della coscienza e grande parte di essa risiede nella memoria. Anzi, essa stessa è memoria, perché in assenza di dati è vacua la funzione che li processa. E così, questo “attore”, con il moltiplicato imbarazzo dell’ospite e dell’invitato insieme, diventa frequentatore di quegli spazi di vita che gli sono già appartenuti e forse per riprocessarli in uno sfondo diverso...
@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!
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"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard
martedì 5 luglio 2011
lunedì 4 luglio 2011
Drammaterapia e Labirinto
@ Alemirk
È vero molto! Le cose arrivano quanto meno te l'aspetti, positive o negative che siano bisogna accettarle, perche fanno parte di noi! E solo facendole entrare nella nostra anima nel nostro più profondo, riusciremo a superarle, perche fanno parte di noi: sono le nostre emozioni più profonde che ci distinguono e ci fanno sentire che ci siamo e che siamo vivi! E nessuno mi capira e aiuterà mai quanto me stesso! La vita è un cammino, come dici tu director, dove ognuno cerca, almeno prova di prendere la strada giusta.... Ma giusta e sbagliata che sia la nostra Vita viene recitata da noi su un palcoscenico pieno di difficoltà, e chi come me, miei cari amici, ha sofferto molto, ma ne è sempre uscito lottando fino alla fine con l'aiuto di una persona come te Ermanno e delle persone come voi amici cari che sto recitando questa parte della mia vita. Se devo scegliere un compagno per affrontare un lungo cammino verso linnarrivabile serenità, scegliero voi! Vi voglio bene!
@ Beatrice
Sonia si ritrovava a scrivere sul suo diario tutto quello di poetico, di romantico, che gli capitava di leggere ovunque; tutto ciò che aveva il sapore dell’amore. Si ritrovava spesso a parlare con la sua splendida Luna, dividendo con lei tanti momenti: la sofferenza, quando nessuno voleva capire il suo momento magico di vita, si sentiva soffocare ed usciva fuori guardando un paesaggio patinato di luce e il tuo riflesso sul mare sembrava sussurrarle: non è possibile che tutto la meraviglia delle cose naturali possano essere distrutte e te Luna tornavi con la speranza del domani. Desideravi, l’osservavi quando la palla luminosa iniziava il suo mancare fino a divenire uno spicchio e dopo a ripartire; giorno dopo giorno il tuo crescere. Eri così felice per quei cicli di vita che davano un senso a tante cose. Sognavi di fuggire, di vivere la tua vita, invece che osservarla e lasciare che il tempo scandisse i colori della primavera, dell’estate, dell’ autunno…. Inverno delle stagioni. Hai sempre prediletto la stagione dei fiori, del tepore, della rinascita perché ti dava energia ed il bello e l’amore che racchiudono i sogni, battiti, emozioni… Continua a parlare con freschezza di te, urlo che si schiaccia sul tetto.
@ Slesia
Preferite un uomo con le palle che vi dice sempre quello che pensa, che se ne assume la responsabilità, serio, presente e che vi risponde per le rime quando, secondo lui, dite una cazzata, o uno che fa finta di starvi vicino e vi accontenta con smancerie e baggianate varie a cui siete tanto disposte a credere, e poi fa quello che gli pare, circuendovi e cambiando le carte in tavola?"
Il primo, sempre il primo, senza dubbio e senza tregua.
Perchè un compagno sia una persona che ti fa crescere, che ti rimette sempre di fronte a te stessa e a sè, come 'altro', come 'oggetto amato', come specchio e come finestra al mondo. Perchè un compagno sia sempre stimolo e nutrimento, anche se un nutrimento per cui devi sudare, soffrire, piangere, ma un pianto vero, profondo, liberatorio e catartico, vale mille falsi e facili sorrisi, fiori a colazione che ti avvelenano la giornata.
Perche' il rapporto sia un confronto, due anime oneste e sincere che si parlano e si scontrano, se lo scontro e' motivato da onestà' intellettuale ed emotiva, dal desiderio di capire e di ascoltare, ma anche di farsi ascoltare, perchè' ne' uno ne' l'altro possano chiudersi a riccio nel proprio mondo di facili (false) sicurezze e bugie.
Perchè stare CON un altro significhi davvero condividere se stessi e non solo passare le giornate insieme.
Il primo, sempre il primo, senza dubbio e senza tregua.
Perchè un compagno sia una persona che ti fa crescere, che ti rimette sempre di fronte a te stessa e a sè, come 'altro', come 'oggetto amato', come specchio e come finestra al mondo. Perchè un compagno sia sempre stimolo e nutrimento, anche se un nutrimento per cui devi sudare, soffrire, piangere, ma un pianto vero, profondo, liberatorio e catartico, vale mille falsi e facili sorrisi, fiori a colazione che ti avvelenano la giornata.
Perche' il rapporto sia un confronto, due anime oneste e sincere che si parlano e si scontrano, se lo scontro e' motivato da onestà' intellettuale ed emotiva, dal desiderio di capire e di ascoltare, ma anche di farsi ascoltare, perchè' ne' uno ne' l'altro possano chiudersi a riccio nel proprio mondo di facili (false) sicurezze e bugie.
Perchè stare CON un altro significhi davvero condividere se stessi e non solo passare le giornate insieme.
@ director
L'esperienza con l'altro: questo vertiginoso smascheramento della nostra fragilità in cerca di quell'investitura magica che, invece, ti faccia potente negli occhi dell'altro. Il denudamento dal falso coraggio di essere se stessi.
Voglilo, questo tuo posto nello schieramento anonimo o personale degli altri! Occupalo questo tuo tempo, finchè dura e sii pronto alle costanti chiamate che la vita fa, intorno e dentro te.
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Drammaterapia e Vita
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Roma, Italia
domenica 3 luglio 2011
Epistolario Drammaterapico: le letture personali
Consciousness vs. Awareness, Dramatherapy Workshop, 17.06.11 Creative Drama & In-Out Theatre. Carmen Tufo e Gianni de Angelis Epistolario Drammaterapico |
"Perchè non ti sei ribellata ,non ne hai parlato a dovere quando forse le parole sarebbero servite a qualcosa, magari a conquistare la fiducia di Mario, mentre oggi servono solo a liberarti la coscienza? Una parte della vita passata a pensare al passato alle parole non dette...gli anni trascorsi purtroppo non tornano indietro. Analizziamo subito i nostri errori ed impariamo da essi, affinchè ogni esperienza sia un mattone del palazzo che costruiamo durante la vita e non un filo di paglia che il vento porta via. Alice"
Cara Alice, apri una voragine di possibili riflessioni. Quella sera, tu non hai assistito al reading di Angela sulla lettera di Sandra, al suo commiato a Mari,non eri presente al workshop, ma a parte le emozioni che la lettura poteva suscitare in una rappresentazione molto intensa (direi davvero "vissuta" in quel momento dall'interprete), tutto quello che abbiamo è solo in quella lettera, sunto ed epilogo di un rapporto a due, del quale ascoltiamo solo una "campana"!
Mi compiaccio che almeno da uno dei addirittura "non presenti" (davvero solo uno), venga l'intervento; alcun i tuoi compagni di viaggio sembrano tanti Mario (non me ne voglioni), pigri, incartocciati nella propria storia ad osservare quella a cui vanno ad assistere, ma niente, apparentemente li tocca. O forse sì, ma noi possiamo parlare solo di quanto ci viene confermato. Ora comprendi meglio quello che ti dicevo a proposito dell'essere "assenti", con l'alibi della presenza. Per Mario è stato così? E' credibile che Mario sia effettivamente così, che almeno lo sia stato, ma per autodenuncia è anche verosimile che l'acuta analisi e "psicanalisi" di Sandra sul proprio rapporto con quell'uomo "soldatino" nelle mani di altri sia giunta tardiva, come dici tu, pagliuzza dissolta nel vento, che parla ma non costruisce.
Quando le chances vengono consumate ed il loro tempo scaduto, a poco servono le recriminazioni. E così, mentre nella nostra piece lavoriamo una Sonia "mendace" per un verso, ritroviamo una Sandra capace (quanto consapevolmente) di vivere una bugia ed autoingannarsi. La prima, da sempre arrabbiata con la vita, tanto che con il "resto della sua vita" vuole farci quello che vuole (ma cosa vuole, se non l'amore); la seconda disillusa, apparentemente per "colpa" degli altri, di "Mario", ma poco responsabile ad assumersi la responsabilità di scelte, percorsi e conseguenze. Sì, anche lei arrabbiata.
Il fatto è che risulta estremamente meno sgradito proiettare all'esterno la nostra rabbia, piuttosto che rintracciare il filo pericoloso delle nostre responsabilità, persino in incontri sbagliati, ostinate strade condivise. Se Sonia e Sandra non sapranno fare questo umile atto di un viaggio doloroso nella loro consapevolezza, il mondo continuerà ad apparire loro come cattivo o, altre volte, illusoriamente, compensativo. Dovranno essere in grado di autoperdonarsi, come brave madre con se stesse, direbbe Karen Horney, superando il conflittuale retaggio delle proprie identificazioni. Grazie Alice.
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Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico
organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-
-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)
Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it
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-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)
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