@ Director
As mind master of the CDIOT, this gives me the opportunity to open a discussion on the fascinating Mind's Creative Processes and the Theatre. So I invite you to join our community, getting it prestigious, because it will be built with your intuitions and questions, meditation and inner answers. This is the place where you can use the freedom to express your doubts and you ideas, sharing with the others the research of your way. The Mind is a living miracle, available better than we could immagine; the theatre is a powerful tool to get deeply its power! But what beyond our discussions?
Prepare for becoming part of a new way to discuss with your right emisphere.
Explore the real power of hypnosis, dramatherapy and cinema-dramatherapy and get away its magic and false misconceptions.
Work nicely with us to create our friendship and the warmth of our curiosity and mind’s exploration.
Learn, enjoy and get excited!
Help yourself adapt to altering life-style changes..if there’s one constant in our life today it’s change; from every direction and faster than ever.
Let’s make the dream a reality...and much much more! Contact and interface with our staff; psychiatrists and psychologists will help you to get your life better!I’m just looking forward to seeing your messages here!

"It does not take much strength to do things, but it requires great strength to decide on what to do" Elbert Hubbard

mercoledì 29 giugno 2011

Drammaterapia e la Follia di Pulcinella

CINEMA-DRAMATERAPIA : Una Camera a Guado nello Stagno.
 Seminario tenuto a Roma da Plinio Perilli e Ermanno Gioacchini il 3 febbraio 2011,
presso il Creative Drama & In- Out Theatre. Performance Introduttiva, Nina Maroccolo
Non so se quella volta fosse responsabilità di Plinio o dell'ugola improvvisata di Ninì, certo è che sollecitare la follia ad uscire dal testo, dalla drammaturgia, come dal discorso sull'Arte e renderla visibile, ologramma a trecesntossessanta gradi, non è affatto facile. Plinio Perilli è un personaggio scomodo, si siede composto nella poltrona accanto alla tua, mentre tu giureresti di averlo davanti sul palco o dietro al tavolino della conferenza, e ti parla. E' così che "Pulcinella", deforme come la sua vena folle, improvviso ed affatto puntuale si materializza. I tomi possono giaciere lì, con le gambe (sempre che ne abbiano) accavallate, spigolati sul bordo del piano ed il discorso diventa una produzione a 3D. Plinio Perilli entra nel testo e lo svolge come un gigantesco poster per la coreografia del tuo spettacolo. E' un servitore gentile e lì ti serve appunto l'arte, meglio se cinematografica, ma poi quello, il cinema, ha fotografto già tutto, ed allora l'arte in generale, quella che tocca le tue corde, mai troppo comode od accomodate su quella poltrona.

sabato 25 giugno 2011

Drammaterapia, Epistolario. "Caro Mario..."

17.06.2011, Consciousness vs. Awareness, Workshop di Drammaterapia,
 3° traccia.  Interprete, Angela Fracchiolla. Testo di F. Pitorri,
 Fotografia C. Gioacchini.  Regia e Fotoelaborazione, E. Gioacchini,

"23 Novembre 2001

Caro Mario,
ti scrivo oggi perché qualche giorno fa è stato il tuo compleanno ed io mi sono trovata a pensarti come se improvvisamente fosse tornato il tempo degli auguri. Non so più nulla di te, dei tuoi compleanni, di tutti gli spazi vuoti tra quell’ultimo abbraccio in cui cercavi di trattenermi ed il tuo nuovo indirizzo.
Sì mi domando perché scriverti, perché pensarti, perché oggi. Non conosco la risposta e forse non voglio nemmeno conoscerla.
Tu sei una grande finestra sul mio passato, ma quando mi affaccio e guardo il tempo, quello più giovane e quello che ci ha visto insieme, non sono affatto fiera di me. Vedo un’ombra minacciosa che riflette sull’asfalto caldo di agosto, avevo un vestito a fiori ed un profumo eau de matin e tu eri una figurina tenera nel controluce della tenda, destinata ad essere inghiottita giù per strada. Faceva tanto caldo e tu, piccolo soldatino di piombo, ti passavi ogni tanto una mano sui capelli… quante volte ti ho fatto mettere le mani tra i capelli… Volevi almeno una spiegazione, così dicevi, e poi volevi avere ancora una speranza e quella non c’era, non c’era proprio, Mario. Ti sei dovuto accontentare di poche parole, e ti ho lasciato così con la brutta copia del nostro amore. Quello ti sarà rimasto e non è per lasciarti un ricordo migliore che ti scrivo oggi.
Il tempo fa grandi cose e ci ricama addosso storie senza preoccuparsi di scolorire vestiti già messi; giusto qualche pausa, un po’ di silenzio e sensi di colpa che salgono e scendono giù dalle gambe alla testa come un’autostrada infinita. Credo di essermi persa lì dentro miliardi di volte e non ho mai cercato di giustificarmi, di consolarmi e di farti peggiore di quello che eri. Eri così: buono, obbediente, niente fumo, niente alcool, quello che si deve fare si deve fare e la vita é un copione già scritto, studio, i primi concorsi per il lavoro, la musica, famiglia. Io rientravo nella storia naturale delle cose ed è per questo che ti ho tradito e sono fuggita. L’ho capito all’improvviso e mi mancava l’aria nei pomeriggi con te, sempre più, infatti, riempiti di amici e di cose da fare. Poi è arrivato lui, un po’ trasgressivo, giramondo, con aspirazioni da letterato bohemien. Un fascino incredibile. Tu sei rimasto schiacciato. Hai presente Gatto Silvestro dei cartoni animati…schiacciato sotto un rullo ? Poi lui è sparito quasi subito un suo viaggio in Messico, ma tu sei rimasto una sfogliatella sul pavimento.
Perdonami Mario per non avertelo nemmeno detto quando tu chiedevi perché ed io affermavo che avevo solo bisogno di riflettere. Ma avevo già riflettuto su di te, omino piccolo piccolo ed ogni volta che provavo a salvarti, un desiderio di fuga prendeva il sopravvento. Perché, Mario, le tue braccia erano così poco forti e la tua voce così poco ferma? Perché parlavi così poco dei tuoi sentimenti ? Perché solo alla fine ho capito che mi amavi così tanto? Perché entravi in competizione con me ogni volta che dimostravo di valere? Perché, accidenti a te, c’erano sempre prima tua madre e tuo padre? Tua madre, avresti dovuto ucciderla ed ho ogni tanto, leggendo la cronaca nera, sperato di leggere la notizia. Ma niente, so che è ancora viva e quindi ancora cerca di controllare la tua vita. Come ti ha detto quando ha saputo che ti avevo lasciato “meglio perderla, quella puttanella, vedrai quante ne trovi…” ?
Ricordo ancora con disgusto il pollo con le patate che cucinava per te, sempre pollo e patate e la merendina che ti portava quando studiavi… Anche i regali che mi facevi venivano comprati con la sua imperativa consulenza. Da parte tua mai una ribellione, un commento fuori posto, un misero tentativo di autonomia.
 Poi, tuo padre che non mi rivolgeva quasi mai la parola (ma tu dicevi che mi stimava tanto), che dirigeva i tuoi studi , i concorsi, i gusti in fatto di macchine. Vai al diavolo, Mario. Perché mi sono sentita in colpa per tanto tempo sapendoti solo, condannandomi anch’io ad un esilio solitario come una sorta di espiazione per la colpa di averti fatto soffrire.
Non so cosa sia ora la tua vita, di sicuro la mia ha avuto il coraggio di interrogarsi per lungo tempo su tutte le sue ombre e di riuscire solo di recente a comprendersi meglio. Questa lettera fa parte di questo mio lungo percorso, in cui finalmente non ti chiedo più l’assoluzione per aver scelto il nulla piuttosto che te, ma mi riprendo quegli anni in cui con così poca dignità ho amato la mia solitudine. Ora conosco la risposta e spero che tu abbia, almeno un po’ abbandonato il sentiero del razionale e ti sia perso nel bosco.

giovedì 23 giugno 2011

A proposito di Teatro nel Teatro in Drammaterapia

Ambra De Innocentis (DramaticaMente Teatro) e Daniele Poto (giornalista)
 in Beyond Consciousness towards Awareness,
 Dramatherapy Workshop 17.06.2011,
In drammaterapia, quello che generalmente viene indicato come "teatro nel teatro", ovvero la rappresentazione della/nella rappresentazione, costituisce in questo speciale contesto quanto avviene all'interno del laboratorio personale (individuale) e gruppale del setting. La foto, in questo caso, lo rappresenta come quadro esterno e suggerisce immediatamente il concetto di "consapevolezza", atto riflessivo della coscienza.
Cosa stanno performando gli attori? Il testo della drammaturgia o qualcosa di se stessi? Ha importanza fare questo severo, ozioso distinguo, se è lo stimolo del testo ad offrisi come tavola già apparecchiata dove servirsi, tra rifiuti e richieste? Nell'interprete, il complesso incontro tra la situazione espressa dal testo e quanto dell'attore appartiene alla propria personale vicenda, assurge a materiale per il processo drammaterapico, un costante pescaggio e ripeescaggio tra elementi interni ed esterni, personali e gruppali (In-Out).
Una magnifica YoYo (Ambra De Innocentis) ed un superbo Daniele Poto, come interpreti, ad "improvvisare" le proprie reazioni e dinamiche psicologiche, a giocare i loro due, quattro, sei, otto ruoli...Ancora più particolare questa esperienza, se riflettiamo che si è trattato di un "attore" in drammaterapia ed un ospite, incosciente volontario! Quale magnifico specchio reciproco, dove interno ed esterno si moltiplicano per le due specifiche caratteristiche appena menzionate?

martedì 21 giugno 2011

Workshop Drammaterapia, Consciousness vs. Awareness: breve briefing

Workshop esperenziale.
Lasciamo parlare le immagini, questo caledoiscopico snodarsi di performance tra l'improvvisazione e l'interpretazione guidata. Consideriamo la "consapevolezza" come una riflesso della coscienza, che situa questa ad un livello gerarchico superiore, osservata in un approccio di metacategorizzazione. Tradotto significa osservarzi al crocevia di possibilità altre. Differenti da quelle conosciute. Lo specchio viene rigirato ed è ciò che è dentro a specchiarsi sulla superficie del fuori.
Il contesto diventa significanrte quanto il testo e in bilico, sopra, maldestro ed autentico l'attore drammaterapico. Prima che inizi la sua performance, gli ricordiamo l'etica comune a qualunque attore, quella implicità in qualsiasi atto del darsi che in qualche modo costringe l'altro all'ascolto e poi quella più specifica in drammaterapia, dove si è osservati interpreti del personaggio e di noi stessi. Ringraziamo ospiti ed attori.

lunedì 13 giugno 2011

Drammaterapia, il Dialogo nell'Interprete

Creative Drama & In.Out Theatre, Nina Maroccolo
in un momento performativo, 2011
In più occasioni, ci siamo soffermati a discutere quel particolare processo psicologico e metapsicologico (psicodinamico) che inerisce quanto avviene nel setting drammaterapico, sia che questo si rivolga alla clinica che in un percorso sulle "risorse", come quello di DramaticaMente Teatro.
Per essere più esemplificativi e chiari riferiamoci alla foto alleggata (cfr. foto).
Sul lato sinistro, troviamo l'interprete impegnato nella sua performance drammaterapica. Questa sollecita un dialogo interno che si svolge sia nel profondo (area rombo centrale delimitata), che nel campo del visibile (area intorno), nei due aspetti del "consapevole con se stesso" e del relazionale, la "comunicazione esterna". Il personaggio raffigurato nel lato destro della foto costituisce la rappresentazione di questo dialogo. Tutto quanto descritto rappresenta lo stimolo a quel dialogo, con costanti rimandi tra il dentro ed il fuori, nel campo della "finzione" (In-Out Theatre). Essa offre una cornice "protettiva" rispetto ad identificazioni troppo intense e differisce in tempi e in una specie di trasferta nell'inconscio quanto si va elaborando.  L'insight  (la comprensione) è agito, come nel metodo psicodrammatico, non "analizzato", ma la modalità, rispetto a quest'ultimo è velatamente autobiografica.

domenica 12 giugno 2011

Dramatherapy: the discovery of the new continent


@ director
La drammaterapia esplora lo spazio "verginale" dove la finzione gioca ad essere reale (il teatro), ma avviene quel processo ricco che trasforma il reale in un "possibile", in molti possibili universi. Interprete ed attore dialogano silenziosamente, prestando così due utili personaggi all'Io: il dialogo tra conscio ed inconscio del processo drammaterapico.

sabato 11 giugno 2011

Dramatherapy, Consciousness vs. Awareness: how drama works


@ director
Gregory Bateson, nel libro “Mente e Natura”, si chiede: “Quale struttura connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei con l’ameba da una parte e lo schizofrenico dall’altra?“ (Bateson, 1984). Ebbene questa è una domanda “magica” ed è quella che il "drama" è capace di esplorare. Nella ricerca del senso delle cose, appartenente alla Coscienza, esso ricostituisce il luogo primitivo del rimosso e del potenzialmente adattivo, declina realtà nascoste ed abilità (risorse) in dialogo con la parte cosciente, quasi sempre non consapevole di questo dialogo, proprio come avviene nel processo “artistico”.
L’apparato della Coscienza presiede alla conservazione di quella identità di cui è funzione e questo avviene con l’attribuzione di senso a quella ricostruzione simulatoria della realtà che lo circonda. Per ottenere questo, mette in atto costanti aggiustamenti delle proprie interpretazioni, ricorrendo a confrontazioni con processi di categorizzazione precedenti e ampliando la propria capacità organizzativa con i nuovi. Ove questo processo non riesca soddisfatto dalle analisi e meta analisi innescate dagli stimoli sulle precedenti esperienze, occorre una parziale od importante sospensione dello stato di Co ordinario, ed attivazione della funzione inconscia, forse il ritorno a quel luogo dell’obbedienza che ci suggerisce Jaynes. In essa, le caratteristiche di a-logicità del costrutto mentale, con sregolazione delle categorie mentali del tempo e dello spazio “danno rifugio” ad una ricerca di senso fuori fallita Haynes: “L’emisfero destro è più impegnato in compiti sintetici e spaziali.-costrtuttivi, mentre l’emisfero sinistro è più analitico e verbale. L’emisfero destro, forse come gli dei, vede un significato nelle parti solo all’interno di un contesto più ampio; esso guarda alla totalità. L’emisfero sinistro o dominante, come il lato umano della mente bicamerale, concentra invece la sua attenzioni sulle parti”.. Questa s’incontra a metà strada con la costante ricerca di senso compiuta dall’attività del nostro inconscio e dal rimosso, in una sognante pacificazione tra simbolico e reale –direbbe Lacan- nel primitivo “luogo della Ragione”.

lunedì 6 giugno 2011

Dramatherapy, Awareness vs. Consciousness


@ director
"Really" ... we can begin to play with the terrible fragility of our sense-perceptual apparatus! The highest level of human consciousness/awareness is not represented by the works of the intellect, but rather the ability of knowing how to smile on its... "virtuality!!

mercoledì 1 giugno 2011

Cinematherapy Workshop, A Camconcorder Wading through the Pond

Fuori dalla cinta della mura della città c'è un mondo che mi attende. I confini stretti di quello che conosco di me e del mio rapporto con gli altri. Il confine permeabile dell'incontro nuovo di quanto non toccho, dentro, delle mie risorse con quanto fuori può evocarlo e restituirmelo.
Esiste una realtà che non ho ancora fotografato e filmato, che riguarda l'incontro speculare di me con me nello scenario alieno ed evocatore del mondo.La performer Nina Maroccolo tenta il passaggi vocali e gestuali nello spazio quadrimensionale della coscienza. director
(13 febbraio 2011)

DRAMATHERAPY WORKSHOPS (2004-2009)

Ciclo di Conferenze-Dibattito 2010, aperte al pubblico

organizzate dall' Atelier di Drammaterapia Liberamente -h. 20,00,in sede-

-09 aprile, Il Teatro che cura, dal drama alla drammaterapia + Laboratorio
-07 maggio, La lezione di Grotowsky + Laboratorio
-04 giugno, la Cinematerapia e la Cinema-dramaterapia + Laboratorio
-02 luglio, l'Hypnodrama + Laboratorio: il Ritorno del Padre
(nuova programmazione a settembre)

Gli incontri, aperti su prenotazione, condurranno i partecipanti lungo un percorso informativo, spesso provocatorio e divertente, tra le possibilità e le risorse della mente. I seminari e le conferenze -a carattere educativo e divulgativo - sono indirizzati ad pubblico non professionale, ma anche a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della Drammaterapia, quindi educatori, operatori sociali, insegnanti, medici e psicologi La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito o telefonando alla segreteria scientifica, tel. 340-3448785 o segnalandosi a info.atelier@dramatherapy.it

COMUNICATI STAMPA